Una storia d’amore e di
morte che si staglia sullo sfondo delle tensioni politiche del 1800.
Tosca è considerata
l’opera più drammatica di Puccini, ricca di colpi di scena.
A consegnare una perla
della lirica italiana al pubblico bitontino, ci ha pensato ancora una volta il Bitonto Opera Festival, in scena ieri,
appunto con la “Tosca”, nel chiostro del Sacro Cuore.
Semplicità ma anche e
soprattutto bravura e raffinatezza sono
ormai i marchi di fabbrica di questa rassegna che, arrivata alla sua undicesima
edizione, non smette ancora di sorprendere e lasciare a bocca aperta anche il
pubblico affezionato. Un pubblico che ha imparato ad apprezzare anche la
principale caratteristica che l’Associazione “La Macina”, promotrice
del festival, sa donare: l’accostamento di ragazzi appassionati e pieni
d’entusiasmo alle professionalità di figure apprezzate ad alti livelli.
E se tale caratteristica
era già ben visibile nel Coro Lirico
Giovanile “Città di Bitonto”, guidato dal maestro Giuseppe Maiorano, ancor di più lo è nel Coro di voci bianche dell’Istituto Sacro Cuore, preparato dal
maestro Anna Lacassia. Bambini che,
seppure alla prima volta in un contesto così importante, non sfigurano
assolutamente accanto agli straordinari protagonisti della scena: il soprano Monia Massetti (nei panni di Tosca), il tenore Pantaleo Metta (Mario Cavaradossi), il baritono Gianfranco Cappelluti (Scarpia), il
basso Giuseppe Fieno (Angelotti e
Sciarrone), il basso Carlo Monaco(sagrestano), il tenore Giuseppe
Maiorano (Spoletta), il basso Antonio
Manosperti (carceriere) e il soprano Elena
Varrese (pastorello).
Una pioggia scrosciante
d’applausi e una standing ovation è stata tributata a loro, al regista Antonio De Lucia, oltre che alla sempre
impeccabile orchestra del Bitonto Opera
Festival, guidata dal maestro Luca
Testa.
E tra una “furtiva
lacrima” di commozione e i saluti e apprezzamenti a nome dell’amministrazione
dell’assessore all’Istruzione, Vito
Masciale, riecheggiano le parole pronunciate dietro le quinte: «Nel coro ci sono ventenni che già
hanno realizzato tante opere. Stiamo lasciando loro un bagaglio culturale
impressionante».
Dopo “L’elisir d’amore”,
“Rigoletto”, “Il Barbiere di Siviglia”, “La Traviata”, “La Bohème”, “Don
Giovanni”, “Madama Butterfly”, “Cavalleria Rusticana”, “Aida” e “Tosca”, la
speranza è che, nonostante la costante ristrettezza economica, anche l’anno
prossimo il bagaglio di artisti e pubblico continui ad arricchirsi con un nuovo
tassello.