Le leggi razziali, sia in Italia che in Germania non hanno avuto solamente ripercussioni morali nelle società dei due paesi. Hanno avuto anche terribili ripercussioni nella comunità scientifica, indebolendola, dissolvendola.
Si è parlato di questo nell’incontro con il giornalista e docente Pietro Greco, ospite dell’incontro “Le leggi razziali in Italia e in Germania e le ripercussioni sul movimento scientifico europeo”, organizzato dall’Accademia Vitale Giordano, nell’ambito della rassegna “Memento”.
«Le leggi razziali sono state un disastro. Hanno dissolto la più potente, prolifica e importante comunità scientifica del mondo, che era quella tedesca – ha spiegato Greco – Un terzo della comunità scientifica tedesca era rappresentata da scienziati ebrei. Le leggi razziali hanno cacciato via gli ebrei dalle università e dai centri di ricerca e quindi hanno dissolto direttamente una parte della comunità scientifica, ma indirettamente hanno minato alla base l’intera comunità scientifica».
E, riguardo agli effetti in Italia delle leggi del ’38, il giornalista ha aggiunto: «La scienza italiana che aveva dei punti di forza, in particolare, nella matematica e della fisica fu anche dissolta. Edoardo Amaldi, l’unico rimasto in Italia dei ragazzi di Via Panisperna, il gruppo di Enrico Fermi, parlò espressamente di disastro della fisica italiana».