L’arte teatrale è difficile definirla in poche parole, ma tra le sue funzionalità è importante menzionarne almeno una, «aiuta a esorcizzare le emozioni –ha dichiarato ai nostri taccuini l’attrice Mariantonia Capriglione della compagnia bitontina Fatti d’Arte-, a riscoprire se stessi, soprattutto i lati più nascosti, ad acquisire più sicurezza e a crescere».
In sostanza, sprona la persona a liberarsi, a tirar fuori qualcosa e non è un caso se questo rimanda al significato del verbo latino educare, composto di e- duc?re.
Scuola e teatro possono perfettamente incastonarsi in tale intento e lo hanno dimostrato il Liceo Classico Carmine Sylos con la compagnia Fatti d’Arte di Bitonto, in occasione della preparazione e partecipazione al Festival della declamazione delle forme spettacolari del tardo-antico a Paestum, dove si sono aggiudicati il terzo posto con le declamazioni 14 e 15 di Pseudo Quintiliano.
Il concorso nazionale scolastico è giunto alla sua terza edizione ed è stato ideato da appassionati studiosi di Letteratura greca: Eugenio Damato, docente all’università di Nantes in Francia e membro del prestigioso Istitut Universitaire de France, e dalle prof.sse Paola D’Alessio e Nunzia Pendino dei licei di Salerno ed Eboli.
«Dopo aver partecipato l’anno scorso con un altro istituto – ci ha raccontato la professoressa di latino e greco Mariella Rizzi al Liceo Classico Carmine Sylos di Bitonto-, ho voluto fortemente accompagnare insieme ai miei colleghi, il prof. Francesco Brandi e la prof.ssa Cinzia Giuliese, i ragazzi della 2 A, 2 C, 1 C e uno del quinto in questo importante ed accattivante percorso formativo».
«Gli ingredienti di questo progetto sono stati diversi. Siamo riusciti a mescolare letteratura, teatro e viaggio permettendo ai ragazzi di riscoprire parte di un patrimonio antico e attualizzarlo. Abbiamo reso teatrale un genere totalmente diverso come quello delle declamazioni. E’ stato un modo alternativo e funzionale di approcciarsi alla letteratura classica con curiosità e spirito euristico. Il bilancio dell’esperienza è assolutamente positivo».
Fondamentale è stata, perciò, la regia e supervisione artistica di Raffaele Romita e Mariantonia Capriglione di Fatti d’Arte che hanno preparato i ragazzi in un laboratorio teatrale svolto all’interno del Liceo Classico e li hanno seguiti fino a Paestum e ieri, nel momento conclusivo in cui hanno replicato la rappresentazione presso il Teatro Traetta.
La drammatizzazione de “La pozione dell’odio” è andata in scena dopo la consegna delle borse di studio 2016/2017 promossa dalla Fondazione prof.ssa Antonia Moschetta Paparella e moderata dal prof. Nicola Pice.
In tale contesto, si è approfondito lo studio della retorica a scuola nel corso dei tempi, grazie alla Lectio magistralis “Come si insegnava a declamare?” del prof. Antonio Stramaglia dell’Università degli Studi di Bari e “Le maiores e la manualistica sugli errori della declamazione” della prof.ssa Giovanna Longo del Liceo Tito Livio di Martina Franca.
«I ragazzi hanno potuto cogliere quanta modernità vi può essere nella classicità –ha precisato il regista Raffaele- attraverso questa esperienza che li ha messi in sana competizione e fatto formare un gruppo solidissimo. E’ stato difficile riadattare in trenta minuti un testo non teatrale e incentrato su due personaggi, il povero e la meretrice. Abbiamo scelto di creare un coro femminile e maschile di sedici ragazzi e un duplice finale».
A tal proposito, «abbattendo il muro tra attori e spettatori, abbiamo fatto in modo che ci fosse un dialogo tra loro. Infatti, è toccato alla giuria popolare scegliere se alla fine, nella diatriba tra i due protagonisti incentrata sugli effetti di una pozione, trionfasse l’amore o l’odio. Sia a Paestum che a Bitonto è prevalso il primo sentimento. Invece, tra i ragazzi inconsciamente il secondo scoprendo così l’altra faccia della medaglia e in virtù di un impatto emotivo più forte».
E’ stato proprio questo, infatti, che «ci ha permesso di superarci, spogliarci della nostra timidezza e di imparare ad ascoltarci –ha raccontato a nome di tutti i partecipanti, Alessandro Modesto della 2 C (Cambridge)– , cosa che ad oggi è molto raro. E’ stata un’esperienza altamente formativa e bella perché abbiamo riscoperto un genere su cui si fa spesso poca luce a scuola. E’ stata una sfida per noi, ma creando un gruppo unito, facendoci forza e lavorando sodo, con esperti e professori, ce l’abbiamo fatta».
Il percorso, partito all’inizio del corrente anno, si è strutturato sostanzialmente in tre parti: il riadattamento testuale con i docenti di latino e greco e quello teatrale di Fatti d’Arte, la vittoria materiale e morale degli studenti a Paestum e nella loro città.