Solo qualche mese fa l’abbiamo conosciuto come cantante
degli Acoustic Soul (leggi qui), impegnato con
cover originali, inediti e studi. Dal 22 ottobre, invece, Marco Di Nunno è il cameraman del matrimonio di Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti, o meglio di Chiara e
Damiano.
Il nostro giovane concittadino, infatti, ha preso parte
al film “Io che amo solo te” di Marco
Ponti.
Il film, nelle sale da esattamente una settimana, racconta la storia di Ninella (Maria Pia Calzone), cinquant’anni e un grande amore, don Mimì (Michele Placido), con cui non si è
potuta sposare. Ma il destino le fa un regalo inaspettato: sua figlia Chiara
(Laura Chiatti) si fidanza proprio con Damiano (Riccardo Scamarcio), il figlio
dell’uomo che ha sempre sognato, e i due ragazzi decidono di convolare a nozze.
Il matrimonio di Chiara e Damiano si trasforma così in un vero e proprio evento
per Polignano a Mare.
Proprio nella città di Domenico Modugno,
Marco ha provato l’emozione del set.
«Vedendo il film al cinema, mi è scesa una lacrima. Mi sono
emozionato quando ho realizzato che sul grande schermo c’ero proprio io» ci ha rivelato il bitontino. «È stata un’occasione per fare gavetta, per avere nuove esperienze. Per
imparare a stare sul set e riconoscere le gerarchie. Ho cercato di essere una
spugna: muto e attento a tutto ciò che succedeva. Ho osservato tutti, dagli addetti
alla ripresa agli attori. Di questi ultimi ho cercato di guardare i movimenti.
Ho studiato tantissimo Scamarcio e soprattutto Michele Placido».
Ma è forse Michele Venitucci ad avergli insegnato di più. L’attore barese nel
film veste i panni del fotografo, aiutato proprio dall’assistente cameraman. «Con lui si è creato un bel rapporto. Mi ha
insegnato tanto anche per quanto riguarda i movimenti scenici».
«Sul set mi sono sentito benissimo», tanto che meno di un mese fa ci ha riprovato. Agli inizi di
ottobre, infatti, Marco si è calato nei panni di un infermiere di “Braccialetti
rossi”, la serie tv italiana trasmessa su Rai 1.
Tuttavia il cinema non è il suo vero
obiettivo. «La recitazione è un
arricchimento. Penso che ogni cantante debba studiarla». È per questo,
infatti, che il bitontino frequenta l’Accademia
di recitazione a Brindisi. Studi paralleli a quelli di canto, piano e
percussione a “Il Pentagramma” di Barie soprattutto al corso di voice craft nella scuola capitolina “Professione
Voce” di Gabriella Scalise. E
dalla sua vocal coach già arrivano i primi complimenti…
«A breve usciranno quattro miei inediti da solista. Sono
molto soddisfatto di quello che ho scritto».
«Non voglio essere moralista – tiene a precisare il cantante – ma vedo persone che non sanno sfruttare al meglio le proprie doti. Una
bella voce, il talento nella recitazione o in qualsiasi settore non vale a
nulla senza consapevolezza, determinazione e marketing su se stessi. Occorre
energia.
Per chi come me insegue un sogno, per chi vuole vivere di
arte, il segreto è essere convinti e non avere paura. La paura ti blocca e ti
fa perdere tempo. I progetti vanno portati avanti sempre e con costanza».