Credo ci sia un libro adatto ad ogni momento che stai
vivendo. Non è difficile riconoscerlo in quanto c’è una sorta di
predisposizione inconscia nella scelta. Si sceglie per curiosità o per
interesse personale o per cercar di trovar risposte ai tuoi silenzi. Così, i
miei occhi si son posati istintivamente su uno dei miei vecchi libri: “Le
affinità elettive” di Johann Wolfgang Goethe.
Un po’ pesantuccio, probabilmente per alcuni, come
libro da leggere sotto l’ombrellone, ma la curiosità è prevalsa. Qualcuno
potrebbe anche rimaner sbalordito per il fatto che un immortale della
letteratura possa leggerlo solo ora. Ebbene, vorrei riproporvi quanto sempre mi
dico e mi han detto : i libri son come le persone, si incontrano.
Il mio
incontro è stato piuttosto particolare. Sapreste definirmi un’affinità
elettiva? “Mi sembra che con gli esempi la cosa diverrebbe più chiara sia per
Carlotta sia per noi. Immaginati l’acqua, l’olio, il mercurio, troverai
un’unità, una connessione di parti. E questa unità tali sostanze non la
perdono, se non per l’intervento di una forza o di una qualche altra causa,
rimossa la quale le parti ritornano subito insieme”. “Quelle sostanze che,
incontrandosi, immediatamente si compenetrano e si influenzano a vicenda, le
chiamiamo affini. Questa affinità salta subito agli occhi negli alcali e negli
acidi che, quantunque opposti o forse proprio perché opposti, si cercano e si
stringono in un legame strettissimo, si modificano e formano nuovi corpi”. Nella
chimica sembra tutto più semplice rispetto a rapporti analoghi umani, dove,
tuttavia, si potrebbe parlare anche di necessità naturale o sconfinare nella
questione delle occasioni.
Goethe si sofferma sull’equilibrio alterato di
Carlotta ed Edoardo, unitisi, dopo diverse peripezie, in matrimonio. Gli agenti
reagenti sono il Capitano e Ottilia, che entrano pian piano nella loro
quotidianità creando diversi legami da cui si slega la storia del romanzo.
L’opera è stata definita da alcuni critici immorale perché vista come un inno
all’adulterio, da altri , invece, per la morte degli amanti è vista come una
celebrazione della sacralità del matrimonio. Goethe ci conduce mano per mano
nella storia. Il Capitano diverrà pieno protagonista non appena Edoardo, suo
compagno di viaggi, saprà della sua triste condizione e lo accoglierà nella sua
tenuta, dopo aver convinto sua moglie perché timorosa delle conseguenze. I due
si occuperanno di ingegneria e architettura. Salta subito agli occhi l’affinità
fra il Capitano e Carlotta, la quale deciderà di ospitare , per evitare
squilibri, sua nipote Ottilia, viste le sue condizioni in collegio.
Con una
sorta di chiasmo si intrecciano quattro vite, slegate da agenti esterni: dalla
presa di coscienza di un amore impossibile, alla nascita di un bambino o alla
morte. Ciascun protagonista vivrà momenti di tacito desiderio, di rinunce
perbeniste, di delicate carezze o passeggiate per la tenuta, di omaggi,
ricercate solitudini e gelosa protezione di sentimenti. Goethe dimostra che un
equilibrio una volta rotto, non può più ripristinarsi. Macchiata la sua purezza
e nato un nuovo forte legame, difficilmente si torna indietro. Così è per
Carlotta ed Edoardo, che morirà conservando il suo amore per Ottilia.
“Le
affinità elettive” è il romanzo di amori non consumati, che vanno oltre il
pensabile e si nutrono di scelte incontrollabili. E’ la storia di amori che
rendono trasparenti le somiglianze tra anime. Goethe scrisse il romanzo tra il
maggio del 1808 e il settembre del 1809.