L’idea di raccontare Filumena
Marturano venne ad Edoardo de Filippo leggendo una notizia di
cronaca: una donna napoletana che conviveva con un uomo senza esserne moglie ed
era riuscita a farsi sposare soltanto fingendosi moribonda.
Comincia proprio così, in medias res, la commedia portata in scena
domenica sera dalla “Garbo Teatrale” sul palco del teatro “Traetta”, nella versione italiana e fedele a quella nell’originale dialetto partenopeo.
Filumena, interpretata dalla
brava Francesca Marinelli, è un’ex prostituta si finge moribonda per farsi
sposare dal suo amante, Domenico Soriano (Luigi de Biasi) scoperta
la beffa l’uomo vuole l’annullamento del matrimonio perché, sostiene, essergli
stato estorto con l’inganno.
A quel punto la donna rivela
d’avere tre figli, tirati su con il denaro del benestante signor Soriano, e che
uno dei tre (vestiti da Francesco Mitolo, Roberto De Santis e Danilo
Salvati) è figlio proprio di Domenico.
Inizialmente l’uomo è furioso ed insiste nella richiesta d’annullamento e nel
voler sapere quale sia suo figlio, ma Filumena, testarda, acconsente al primo
ma non rivelerà mai il nome del figlio.
Infine il conflitto si
scioglierà e la donna riuscirà a farsi sposare con una cerimonia ufficiale e ad
ottenere il riconoscimento dei tre figli.
Una donna analfabeta ma di
sani principi, ostinata e perseverante che, come una piccola don Chischiotte si
batte contro tutto e tutti per realizzare il sogno di avere una famiglia.
Via ogni inganno, ogni
simulazione perché a vincere deve essere l’amore vero che lega una madre ai
propri figli: “all’inizio volevo
truffarvi, volevo rubare un cognome”, dice la protagonista al suo amante,
egoista e ancorato ad un passato da viveur, ma poi si spiega le ragioni del suo
cuore “i figli, sono figli” e per
loro si farebbe di tutto.
Alla legge scritta, infatti, oppone una legge personale testimoniata dai
sentimenti: è proprio nel terzo atto che la donna riesce, nell’epilogo felice
della storia, a piangere.
“Sai quando uno piange? Quando conosce il bene e non
può averlo. Ma Filumena Marturano il bene non lo conosce”. Ebbene, si scioglierà in lacrime alla presenza del
marito: “Domè, sto piangendo… quanto è
bello piangere”.
Quanto è bello conoscere il
bene e viverlo con chi si ama davvero.