Che l’opera del compositore bitontino Tommaso Traetta (1727-1779) avesse prodotto, nella seconda metà del settecento, un’eco europea vasta quanto quella di un Bach, è asserzione difficilmente confutabile. La notorietà del Nostro, alimentata da un catalogo di ventisei opere, cui aggiungere intermezzi e oratori, fu tale da condurlo in pompa magna prima alla direzione del Conservatorio di Venezia, nel 1765, e poi come compositore presso la corte imperiale di Caterina II di Russia.
Eppure ci sono voluti anni di dedizione e di scrupolosa valorizzazione da parte del Centro Studi Traetta per porre finalmente nella giusta luce l’autore de “Il Cavaliere errante” o dello “Stabat Mater”.
Dello stesso tenore sono le conclusioni cui si perviene parlando di Filippo Traetta, (1777-1854), figlio di Tommaso, nato a Venezia e in gioventù rifugiatosi in America poiché coinvolto nei moti rivoluzionari partenopei di fine secolo.
In America Phil Trajetta, come lo chiamano, si fa subito apprezzare come musicista. Si deve a lui la prima composizione del genere dell’oratorio, con “Jerusalem in Affliction” che è del 1828. Inoltre Filippo promuove la nascita del Conservatorio di Boston (1801) e poi di quello di Philadelphia (1838).
Un’idea della magnificenza delle composizioni dei Traetta padre e figlio, se la sono fatta gli anche appassionati mariottani, la sera del 22 aprile, nella chiesa di Maria SS. Addolorata, in occasione del Concerto in replica che l’Orchestra Sinfonica della Città Metropolitana di Bari, auspice il Parco delle Arti di Bitonto, ha voluto tributare ai due musicisti.
Diretti impeccabilmente da Vito Clemente, i circa quaranta elementi dell’Orchestra hanno saputo modulare conforto e angoscia, in un quadro di speranze da Vecchio Testamento. La direzione esperta e la saggia gestualità, che hanno saputo accompagnare e sostenere voce e strumenti, non hanno tardato a farsi largo nella consapevolezza dei presenti.
Il trasporto accorato del canto e l’intensa vocalità del giovane soprano Daniela Degennaro hanno poi saputo risolversi in un’aura di scorato sentimentalismo, come nell’Ouverture ‘The Daughter of Zion’ e in ‘How Long, O Lord, Shall I complain’ di Filippo Traetta. In “The Glory of the Lord”, e nel citato oratorio ‘Jerusalem in Affliction’, brano per orchestra, gli archi hanno donato un’intima compostezza alla desolazione, consentendole di consegnarsi alle sensibilità più delicate, le uniche in grado di registrarne l’inquietudine.
Infine nella miscellanea da ‘Antigone’ di Traetta-padre, sono le linde note del violino ad evocare il respiro danzante del personaggio sofocleo, come in un afflato di primavera turbata. E nello Stabat Mater di Monaco, brano non operistico, c’è tutta la religiosità di una pena interiore, e tutta la sacralità di un’ansia profonda, entrambe poggiate sugli archi sui quali si staglia la sonorità perentoria del soprano.
Per il Direttore Vito Clemente “si è realizzato il felice connubio tra la Città Metropolitana di Bari, attraverso la sua Orchestra, e il Comune di Bitonto, con il Parco delle Arti. L’aspetto interessante di questo progetto è che c’è un decentramento ma su un progetto di carattere unitario. Stiamo puntando sui nostri autori che sono eseguiti pochissimo. Alcuni brani di questa sera sono in prima esecuzione in tempi moderni”.
Visibilmente soddisfatto anche l’assessore al Marketing territoriale, Rocco Rino Mangini, secondo cui: “Questo concerto ha voluto celebrare i due Traetta e quindi la loro storia che è anche la nostra, e sicuramente averlo pensato per Mariotto è stata una bella scelta perché alza l’asticella della proposta culturale. Mentre ascoltavo le note poderose del nostro Traetta, pensavo al fatto che noi siamo depositari di una cultura enorme, di una potenza e di una gloria che troppo spesso dimentichiamo, presi dai problemi quotidiani. Queste serate ci riconciliano un po’ con la storia di cui facciamo parte. Il progetto consta di otto produzioni, da febbraio a dicembre, ne abbiamo concluse già tre, la prossima sarà il 21 e 22 maggio a Bitonto in occasione dei ‘Cortili aperti’ e anche qui sarà Traetta il protagonista, con la sua opera buffa Il cavaliere errante”.