“Beati
gli occhi che vedono ciò che voi vedete” (Luca 10,23).
Sono le parole con cui il Maestro
accoglie i suoi, di ritorno dalla missione che Egli aveva loro affidato, di
annunciare il Regno di Dio e la sua pace; li gratifica, così, chiamandoli beati
perché, seguendo la sua parola e annunciandola, hanno potuto riconoscere e
contemplare le meraviglie di Dio, tanto attese.
È un’espressione, questa del
vangelo di Luca, che ben si adatta a descrivere la personalità di Don Pasquale:
un uomo di Dio, pastore secondo il suo cuore, che ha saputo far trasparire
della sue parole e dai suoi gesti quella bellezza di Dio che sempre lo ha affascinato
e che ha animato il suo ministero presbiterale.
Monsignor
Pasquale Pierro nasce il 14 luglio 1918 a Bitonto, dove riceve il Battesimo
nell’allora Parrocchia di S. Giorgio (nel centro storico). Dopo il primo anno
di studi di avviamento professionale, entra in Seminario e completa gli studi
ginnasiali e liceali e quindi quelli teologici, in vista del sacerdozio, presso
il Seminario Regionale di Molfetta. È ordinato presbitero il 7 maggio 1944 dal
Vescovo di Bitonto e Ruvo, Mons. Andrea Taccone. Nei primi anni di sacerdozio,
collabora personalmente con Mons. Gaetano Cuonzo che, in quegli anni, è parroco
di S. Giorgio in Bitonto; svolge diversi incarichi in Azione Cattolica, è
assistente della FUCI e dei giovani laureati; è anche corrispondente presso il
“Quotidiano”, giornale dei cattolici italiani (nel 1947); ricopre anche, per
breve tempo, il ruolo di educatore presso il Seminario di Molfetta. È Padre
spirituale presso le suore dell’Istituto Maestre Pie Filippiniin Bitonto.
Nel
1948, alla morte di Mons. Michele Leone, parroco a Bitonto nella chiesa di
Sant’Egidio abate, gli succede alla guida di quella comunità, incarico che
mantiene fino al 1993. Nel 1975 è nominato Cappellano di Sua Santità. È insegnante di religione presso
l’Istituto tecnico industriale di Bitonto. Dal tratto nobile e delicato, don
Pasquale si adopera con zelo al servizio del popolo di Dio, avendo
particolarmente a cuore l’esercizio della misericordia nel sacramento della
Riconciliazione; cura con zelo la dignità della liturgia e degli ambienti
parrocchiali; si mostra vicino alle famiglie del territorio e ai bisogni dei
più poveri; cogliendo i bisogni della gente del quartiere che va sempre più
sviluppandosi, negli anni 60 dà vita all’asilo parrocchiale. Si adopera nella
formazione dei laici sulle orme del Concilio Vaticano II.
Durante il suo
parrocato, la comunità di Sant’Egidio, riceve in dono dalla Signora Marina
Bovio-Pastore, un suolo edificatorio nella zona di espansione del territorio
parrocchiale; nasce da allora l’idea della costruzione di una nuova chiesa con
strutture pastorali più adeguate alle mutate esigenze dei tempi, a servizio di
questa zona, decentrata rispetto a quella tradizionale prossima al centro
storico; tale progetto sarà effettivamente portato a compimento negli anni
2000, con l’edificazione e la consacrazione della Chiesa dei Santi Martiri di
Abitene.
Dopo aver lasciato la Parrocchia di
Sant’Egidio, per raggiunti limiti di età, don Pasquale si mette a disposizione,
come collaboratore presso la Parrocchia S. Caterina in Bitonto; qui dalla fine
degli anni 90 al 2011, finché le forze fisiche glielo consentono, celebra ogni
giorno la S. Messa ed esercita il ministero di Confessore. Nel frattempo, non
rinuncia alla sua attenzione verso le necessità dei più deboli: incoraggia con
slancio e determinazione la nascita della Fondazione Santi Medici, presso
l’omonima parrocchia in Bitonto, e, nella neonata fondazione, dal 1994 al 2006,
è membro del collegio dei revisori dei conti.
Nel 2002 è nominato Canonico
della Concattedrale di Bitonto, svolgendo, per alcuni anni, l’Ufficio di
Penitenziere. Con discrezione e amabilità, continua a farsi annunciatore della
Parola e testimone di fede; lo fa attraverso la predicazione ma anche
attraverso dei fogli che fa circolare fra amici e fedeli della Parrocchia S.
Caterina; è il suo modo semplice di esprimere la sua partecipazione, la sua
presenza orante, la sua condivisione delle varie tappe dell’anno liturgico,
come pure degli eventi più significativi, ordinari e straordinari, della vita
ecclesiale e civile
Dall’ottobre del 2011, le malferme condizioni
di salute non gli consentono più di uscire; ottiene il permesso di celebrare la
Messa una volta a settimana in casa dove si riunisce un piccolo gruppo di
familiari e amici. Grande è la sua commozione quando, il 7 maggio 2014, 70mo
dell’Ordinazione presbiterale, accoglie l’Arcivescovo Mons. Francesco Cacucci e
con lui, e un gruppo di sacerdoti fra cui don Alberto Battaglia, compagno di
Ordinazione di don Pasquale, celebra l’Eucaristia di ringraziamento.
In uno dei suoi ultimi scritti, del novembre
2013, così si esprime a proposito della vita eterna: “è la realtà futura che spunta al momento del transito da
questo mondo per entrare nel tempo, che non ha tramonto, della vita con Dio
amato e servito con umiltà e slancio di generosa dedizione, con purezza di
spirito e gioia di fede, accettando e seguendo il Figlio Suo Gesù, fattosi uno
di noi per amore e offrendo la vita per la salvezza dell’umanità con il
Sacrificio della Croce… rivolgiamo la mente alla realtà futura che ci attende
sperando di ottenerla con una vita pura e santa. Facciamo nostro il canto del
salmista: Quale gioia quando mi dissero
andremo alla casa di Dio. Ed ora i nostri piedi stanno alle tue porte
Gerusalemme (Sal 122,1-2), La mia
anima ha sete di Dio, del Dio vivente, quando vedrò il suo volto? (Sal
42,3)”.
Don Pasquale muore nelle primissime ore del 16
settembre 2014. La Santa Messa esequiale, presieduta il giorno seguente,
dall’Arcivescovo, nella Parrocchia S. Caterina in Bitonto, vede la presenza di
numerosi presbiteri e laici. Lascia un Testamento spirituale, letto
pubblicamente al termine della S. Messa esequiale: nella sua brevità ed
essenzialità ci consegna una grande gratitudine al Padre, fonte di ogni dono.
Nella stessa gratitudine lo affidiamo, supplici, al Pastore grande delle pecore
perché, nella sua infinita misericordia, gli conceda il premio promesso ai suoi
servi fedeli.