Era il 1993 quando
in Giappone veniva istituito il “Premio Musicale Mitsubishi UFJ Trust”.
Oggi, portata avanti con dedizione e
impegno, a manifestazione è giunta alla ventunesima edizione che ha visto protagonista l’organizzazione
no profit Opera Sai.
Ed essa si è aggiudicato il primo posto per la miglior
produzione dell’anno solare 2012 con la “Maria
Stuarda” diretta dal nostro maestro Vito
Clemente, per la regia di Kenji
Naoi e prodotta da Takako Wada.
L’importante premio, che tiene conto del livello d’eccellenza delle rappresentazioni,
è stato assegnato dopo aver visto e selezionato i 54 video di altrettante
produzioni partecipanti. Sono state 29 le operistiche e 25 le sinfoniche.
Opera Sai, attiva dal 1984 nella promozione e produzione lirica in Giappone, ha conquistato per la prima volta questo premio.
Il daBitonto ha
avuto l’onore e il piacere di scambiare quattro chiacchiere con il maestro
Clemente.
Vincere un premio in Giappone, la sfida della “Maria
Stuarda”. Come si sente il maestro Vito Clemente?
«Non sapevo nemmeno dell’esistenza del premio, sono
stato invitato dall’organizzazione per la prima volta ed è stato motivo di
grande soddisfazione. Questa “Maria Stuarda” è stata frutto di un impegno
notevole: era un titolo molto importante da realizzare. C’è voluto impegno da
parte di tutti i componenti, dal primo all’ultimo, è solo così che grandi
progetti, grandi sogni riescono a decollare.
Avendo passato lunghi periodi della mia vita in quei
luoghi mi sento fortemente adottato da quella gente. In Giappone funziona un po’
così.
I giapponesi sono molto diffidenti e il fatto che un italiano abbia vinto è un dato
importante.
La loro legge è: se tu fallisci hai fallito, non devi
mai sbagliare. Nel momento in cui li conquisti è fatta. Si crea un rapporto di
sincronia, rispetto reciproco che ti lascia vivere e lavorare al meglio».
Bitonto è fortemente coinvolta già da un anno con il
Traetta Opera Festival, l’Ami festival gemello (sia per le audizioni che per la
preparazione) del Japan Apulia Festival che si svolgerà dal 15 al 18 maggio
2014 a Tokyo. Partirà a Bitonto, poi, già ad agosto il corso per direttori d’orchestra.Si sta costruendo un importante ponte
musicale…
«A prescindere dal successo personale, spero che
questa vittoria, possa tornare ancora più utile per le attività che si stanno
svolgendo a Bitonto. Possa essere un ulteriore suggello per acquisire
quell’autorevolezza per potermi spendere in questo progetto».
«C’è da parte dell’amministrazione molta lungimiranza
nei progetti, nelle attività che si stanno compiendo. Ho quarantaquattro anni
ed è il momento di pensare e forgiare nuove anime, nuove braccia che possano
prendere il mio posto. Penso che la nostra sia una città che ha bisogno soprattutto
di fiducia e tempo».
Com’è il maestro Clemente, a prescindere dalla
location geografica, al lavoro?
«La mia giornata tipo è di quattordici ore di lavoro.
Ho una maniera, diciamo, molto soft di pormi. In Giappone, al contrario di
quanto siamo abituati a fare in Italia, non si alza la voce, non esistono “sparate”,
si lavora durissimo.
In me c’è la follia creativa dell’uomo del sud ma
sempre con fare rispettoso verso l’altro. Il lavoro così diventa reciproco e
fatto con naturalezza.
L’orchestra è come un giocattolo neutro. Fatto di
persone, anime, vite. Se sai quale colore vuoi devi solo essere capace di
sentire i colori dei loro cuori e far in modo che l’arcobaleno della musica
inondi il mondo a prescindere, appunto, dalla location».
In fondo, cosa è la musica, se non fusione d’emozioni,
battiti e multiforme arcobaleno di strumenti tanto diversi quanto uniti dallo
stesso intento?
È proprio questo: cullare sogni e anime.
Continuerà a farlo in maniera eccellente il maestro
Vito Clemente che nelle prossime settimane avrà altri prestigiosi appuntamenti giapponesi
con le direzioni de “La finta giardiniera” di Mozart (31 agosto- 1 settembre a
Shikoku) e del “Macbeth” di Verdi (22-23 settembre a Wako), intervallate dalla
conduzione di due masterclass verdiani.