Facciamo sesso, ma con lealtà, senza differenze e stereotipi.
Dimentichiamo per una volta ciò che c’è stato trasmesso o in un certo senso imposto e proviamo a vedere le cose e le situazioni con occhi diversi, senza giudicare, senza denigrare e senza imposizioni di nessun genere.
Contrariamente a quel che poteva sembrare, lo spettacolo tenutosi venerdì 15 gennaio presso il Teatro Traetta, scritto e condotto da Elisabetta Tonon & Gianbattista Rossi, con Giuseppe Jimiray Piazzolla, non è stato affatto scandaloso ed immorale. L’attrice bitontina, educatrice di asilo nido e attrice di professione, è salita sul palco con grande forza d’animo e con un gran bel pancione e ha dedicato al suo pubblico un’ora e mezza di allegria, raccontando una serie di aneddoti e consuetudini sulla differenza tra maschio e femmina.
Lo spettacolo, presentato da Ivana Stellacci dell’Associazione di promozione sociale Io Sono Mia, e impreziosito dai costumi e le scene di Saverio Maggio, ha trattato diverse tematiche che riguardano le nostre azioni quotidiane e posto curiosi quesiti su come esse abbiano potuto influire sulle scelte della nostra vita.
Il teatro era gremito di gente che, attirata dal titolo dell’opera, ha deciso di occupare le poltrone e perfino gli scalini del teatro. In effetti, già da qualche giorno prima della presentazione i posti disponibili erano esauriti.
Il primo tema trattato è stato quello dei colori da utilizzare per identificare la nascita di un bambino e di una bambina. La storia dei colori è ben più antica di quanto pensiamo, difatti prima il celeste era utilizzato per le femminucce, in quanto raffigurava il colore del manto della vergine Maria, mentre il rosa, che deriva dal rosso, era associato ai maschi, essendo il colore della guerra e della passione. Con il passare del tempo le tradizioni si sono evolute e, con esse, anche i nostri modi di pensare e di giudicare gli avvenimenti. Proprio da questo, la Tonon ha preso spunto per introdurre il punto focale dello spettacolo, gli stereotipi, utilizzati anche a livello di marketing pubblicitario. Questo lo si denota in primis nei giocattoli e negli articoli dei bambini e soprattutto negli articoli per adulti.
Da sempre l’uomo è stato considerato come un guerriero dotato di forte spirito di avventura e la donna come la protettrice del focolare domestico. Con il passare del tempo e con l’emancipazione femminile, la situazione è in parte cambiata, ma solo in apparenza: la donna continua a svolgere il suo ruolo di “regina” domestica, come espresso dalla Tonon, e in più deve anche badare ai figli e svolgere correttamente il suo lavoro e, se si aiuta con qualche elettrodomestico, viene anche considerata “pigra”, L’uomo, invece, si limita a buttare la spazzatura, compito che da tempo è diventato ancora più impegnativo a causa della raccolta differenziata.
Divertente è stato anche l’aneddoto della differenza dei sessi presenti nelle fiabe, da cui si deduce che la donna debba occuparsi delle faccende domestiche, come si vede in Cenerentola, occuparsi degli uomini, come nel film Biancaneve, essere dotata di bellezza e non di intelligenza, come nella Bella addormentata, e sottomettersi all’uomo come nella Bella e la Bestia. L’unica fiaba diversa è Frozen, uscito nel 2013, che mette in evidenza il potere femminile, la collaborazione fra donne e la forza dell’amore fraterno. Per non parlare dei doppi sensi: se un uomo è un cortigiano è un uomo di corte, se una donna è una cortigiana è una donna di poco conto, un uomo con una morale è un uomo con una giusta etica, una donna senza morale è una prostituta e così via.
Il monologo si è concluso con l’approfondimento di un ultimo tema, l’omosessualità. Gli omosessuali sono persone come tutti gli altri, hanno ricevuto la stessa educazione e vissuto nella stessa tipologia di famiglia, come tutti d’altronde, non sono violenti, non sono cattivi e non sono malati. La vera malattia è la paura e risiede nella mente di coloro che la discriminano e si nutre di ignoranza e stereotipi. La paura è una fobia e, a differenza di quel che si pensa, può essere curata, ed è molto più grave della violenza e della maleducazione.
Lo spettacolo si è concluso con una splendida lettera dedicata al bambino di Elisabetta Tonon che presto nascerà, con l’augurio di essere amante della vita, lontano da ogni stereotipo, autentico e onesto con ogni persona, come espresso dalla canzone “You Make Me Feel” di Aretha Franklin, cantata nel finale.
Il ricavato dello spettacolo sarà interamente destinato in beneficenza al fine di sostenere lo sportello informativo “Io Sono Mia” per il contrasto alla violenza di genere.