Si
è conclusa sabato l’avventura artistica di “Eleutheria… Oltre il monologo della
relatività”, la mostra inaugurata il 21 settembre al Torrione Angioino.
Eleutheriain greco significa libertà.
La percezione
di Libertà è proprio quello che l’artista Grazia
Carbone e la pianista, organista e compositrice Teresa Caiati, comunicano al pubblico attraverso diversi canali:
pittura, poesia e musica.
“Un connubio di arti”,
come hanno definito le stesse artiste, che, con interesse, ha attratto molti
spettatori.
Personaggi del mito greco e della
letteratura sono i protagonisti delle tele di Grazia Carbone. Figure umane
vivide di pathos che, in uno sfondo pieno di incognite, trasognanti, sono in tensione verso la
Libertà.
«Corpi e volti, quasi anonimi, con
grandi occhi, orbite scuse e profonde, sono qui personificazione di quel che
ancora non riesce a trovare “collocazione”… il sogno, la Libertà… –
spiega l’autrice – Confrontarsi con tutto
quello che è soggetto al tempo, al mutamento, “costringe” a cambiare
prospettiva, disorienta lo sguardo… perché fuggevole è il tempo. Fuggevole quel
che imbriglia la percezione».
L’artista
conta diverse partecipazioni e primi posti a rassegne e concorsi di pittura nel
territorio pugliese.
Ad
avviare la mostra, la proiezione della poesia composta da Teresa Caiati che dà
il titolo alla mostra stessa, e una musica tratta da “Einstein on the beach”,
opera musicale di avanguardia composta negli anni ’70 da Philip Glass, compositore statunitense.
«Ho scelto personalmente questa musica
per introdurvi alla mostra – spiega Teresa Caiati – perché, nella sua iterazione continua,
sembra scandire il tempo e, contemporaneamente, presenta idee diverse, espresse
in tempi diversi… una musica a più voci, che parla del tempo e della
relatività… La musica di Glass sembra effettivamente un monologo della
relatività, cui facciamo espressamente riferimento nel titolo della mostra».
Ad
accompagnare l’analisi personale delle tele di Grazia Carbone, poi, l’ascolto
di “In
a landscape” di John Cage e “Orizzonte
degli eventi”, composta da Teresa
Caiati.
«Il titolo della composizione richiama
un concetto scientifico, da cui sono rimasta affascinata. –
spiega la compositrice – In fisica
orizzonte degli eventi, è una particolare superficie dello spazio-tempo, è un
punto nel quale la densità sarebbe infinita e le leggi della fisica perdono
significato. Si tratta di un orizzonte a tutti gli effetti, ovvero di qualcosa
di non raggiungibile e che si allontana all’avvicinarsi di un osservatore
(esattamente come l’orizzonte terrestre). Dunque la musica è rappresentazione
di un luogo irraggiungibile, anch’esso lontano, però, ambientazione ideale per
i soggetti rappresentati nelle tele di Grazia Carbone che sembrano svincolarsi
dalla voce del tempo».