“Bitonto
ha fame di cinema”.
Ha
esordito così il sindaco Michele
Abbaticchio per introdurre un’altra serata all’insegna di buoni film.
L’iniziativa “Cinema è…”, organizzata dall’associazione Arci Train De Vie, con il sostegno dell’associazione Cineofili,
dell’Unione Circoli Cinematografici Arci, dell’Apulia Film Commission e del Comune di Bitonto, prosegue
la rassegna cinematografica, iniziata già dal mese di agosto.
Dopo
la sperimentazione cinematografica dedicata alla “musica” e alla “gastronomia”,
nell’accogliente Piazza San Silvestro la proiezione si è focalizzata sulla
sezione “terra” .
Ieri
sera a saziare l’appetito dei cinefili è stato Pippo Mezzapesa.
Per
ricreare l’atmosfera di una rassegna a stampa gli organizzatori si sono ben
attrezzati. Nonostante l’assenza e la lontananza del cineasta bitontino,
l’intervista non è mancata. Il regista, in diretta skype dal Veneto, ha
comunque dialogato con Mario Sicolo,
giornalista e direttore del daBitonto.com, moderatore della serata insieme a Francesco Paolo Cambione, editore di
BitontoTv.
In
un breve alternarsi di domande sul mestiere e altre meno tecniche, Pippo si
racconta.
Parla
di sé come il ragazzo che è sempre stato legato all’ambiente familiare e alle
amicizie con semplicità, ma con un insaziabile desiderio di raccontare
emozioni.
La
passione lo ha portato altrove, lontano dalla sua terra.
Eppure
le sue storie lo riconducono al Sud.
Ambientati
nel cuore della Puglia “Pinuccio Lovero-Sogno di una morte di mezza estate” e
“Il paese delle spose infelici” ritraggono l’essenza provinciale e onirica di
personaggi radicati nella loro realtà.
Alla
domanda di Marianna Castellano: “nel cinema italiano quanto si deve venire a
patti con il pubblico?”, Pippo non nega l’immancabile compromesso con gli
spettatori, purché le storie tornino verso la propria felicità.
Una
felicità, dunque, che affonda le radici nella propria Terra.
Come sempre, infine, irresistibile lui, il protagonista
del docufilm, Pinuccio Lovero, che,
tra aneddoti salaci e comici ricordi, ha fatto esplodere tutta la sua verve
popolare, conquistando il pubblico accorso in quello slargo del cuore.