Oggi (il 16 Aprile scorso, ndr) è il mio ultimo giorno di lavoro, dopo oltre 25 anni di attività, alla Gazzetta del Mezzogiorno. Dal 1° maggio (dopo un residuo periodo di ferie arretrate) sarò ufficialmente collocato a riposo. Se è vero che i giornalisti, come i sacerdoti e i professori, non vanno mai in pensione, è altrettanto vero che inevitabilmente si chiude una stagione della mia vita e non solo professionale.
Ringrazio il Signore per avermi acceso nella mente e nel cuore una grande curiosità per il destino degli uomini del mio tempo e di avermi dato la possibilità di raccontarne “le gioie e le speranze, le tristezze, e le angosce” attraverso il mestiere più bello del mondo, in un continuo sforzo di scoprire il meraviglioso nel quotidiano.
Il mio pensiero grato va ai maestri che mi hanno insegnato la professione e a coltivarne la passione. Un abbraccio grato e affettuoso a tutti colleghi e a tutti i compagni di lavoro con i quali ho condiviso una straordinaria esperienza umana e professionale che porto già nel cuore.
Spero di conservare la loro amicizia, ma so bene che quel magico fluido, che unisce e tiene insieme quanti lavorano nella redazione di un giornale, da oggi comincerà ad essere per me un ricordo. L’impegno nella responsabilità di guidare l”Ordine dei Giornalisti della Puglia, al quale mi ha chiamato la stima e l’affetto di tanti colleghi, mi aiuterà a mitigare la nostalgia e a vivere ancora dall’interno la realtà della nostra professione. Metto nella mia bisaccia di pellegrino della carta i miei anni di lavoro e spero di poter continuare a camminare al fianco dei colleghi e degli uomini e delle donne del mio tempo. Grazie.