Sabato si è concluso la VI edizione del Bari International Film Festival che,
ormai dal 2010, porta nella città metropolitana barese i più grandi registi del
panorama internazionale.
Anche quest’anno tra mostre, presentazioni, laboratori,
conferenze stampa, proiezioni, anteprime internazionali, giurie e master class
mattutine, sono stati diversi i bitontini coinvolti nell’organizzazione del
Bif&st.
Nel settore del cerimonialeha lavorato la collega e redattrice della nostra testata Carmela Moretti: «Lavorare in questo settore, soprattutto negli alberghi, mi consente di “afferrare” aspetti che
sfuggono a quanti, comodamente seduti nelle poltrone di un cinema, apprezzano
le opere di questi registi e attori – dichiara -. Per giorni, io sono al desk del Bif&st a loro completa
disposizione e questo mi dà la possibilità di cogliere la loro umanità, il loro sorrisi, qualche piccolo segreto
e persino i malumori. Mi nutro dei retroscena
delle loro vite, imparando ad amare quelle tenere storie di un cinema di altri
tempi, che talvolta mi raccontano. Di conseguenza, conversazione dopo
conversazione, si giunge a instaurare un rapporto di stima e di cordialità
reciproca. Personalmente, quest’anno mi porterò nel cuore una chiacchierata
strappata al regista Costa Gavrassulla “sua” Parigi e sulla sua arte».
«Questo
è stato il secondo anno di lavoro dopo un primo di stage –
racconta Valentina Robles -. Mi sono occupata dell’organizzazione e
gestione del laboratorio di scenografia per
il teatro e la televisione assistendo i due docenti Cappellini e Lichieri.
L’esperienza è stata positiva specie per il continuo contatto con diverse
personalità del settore».
Tra i collaboratori dell’Ufficio stampa c’è stata la
collega di “Bitontolive” Fabiola Barile che, grazie al corso di
laurea magistrale in Scienze dello
Spettacolo presso l’Ateneo barese, ha avuto la possibilità di applicare le
conoscenze teoriche universitarie all’interno del Festival: «È meraviglioso passare dai banchi
universitari ai velluti rossi del teatro, respirando a pieni polmoni l’aria
degli apparati organizzativi, lavorando a stretto contatto con professionisti
in un clima disteso e gioviale. Ad ognuno di noi è stato affidato un compito
che ha comportato delle responsabilità
serie e sentire di aver contribuito in piccola parte alla realizzazione e alla buona riuscita del
festival, alla fine di tutto, azzera la stanchezza e lascia spazio ad un
senso di appagamento sincero».
«Quest’anno
è stato un festival più internazionale del solito – continua
a raccontare Fabiola -, lo si è notato in
particolar modo dalle lezioni di cinema, quasi tutte di registi stranieri.
Tutto come sempre ha i suoi ritmi forsennati: proiezioni, laboratori, incontri,
focus conferenze stampa tutti i giorni quasi a tutte le ore, mantenendo un
rapporto diretto e sempre continuo con il pubblico, soprattutto attraverso i
social network producendo contenuti sempre freschi da ogni angolo del festival.
Un’esperienza sicuramente da ripetere».