Per i bambini dell’Istituto comprensivo “Modugno-Rutigliano-Rogadeo” del dirigente scolastico Michele Bonasia (e anche di altre scuole della città presenti) quella di ieri è stata una mattinata speciale e diversa. E che ricorderanno a lungo.
Perchè?
Avere l’occasione di parlare con quel campione di ciclismo, di sport e vita che è stato Vincenzo Nibali, il 40enne pedalatore di Messina, l’unico ciclista italiano, assieme a Felice Gimondi, a vincere Giro d’Italia (2013 e 2016), Tour de France (2014) e Vuelta (2010), le tre corse a tappe più importanti nonchè l’ultimo nostrano a vincere la prestigiosa competizione francese undici anni fa, non è una roba da tutti i giorni. Il campione siciliano è stato ospite della società “ Polisportiva Amici di Marco” (numero 1 è Gaetano Giampalmo) e della fondazione antimafia sociale “Stefano Fumarulo”, con il beneplacito del Comitato regionale Puglia della Federazione ciclismo italiana (presidente è l’ex sindaco di Giovinazzo, Tommaso Depalma) e il sostegno dell’Azienda agricola “Torre di Lerma”. E, davanti a piccoli e piccole festanti, ha parlato di lealtà, sportiva e non solo, e legalità in un convegno dal titolo «Vincere senza barare». «Quando ero ragazzino – ha evidenziato – avevo il sogno di andare in bici. Tutti gli obiettivi vanno coltivati perché ci fanno conoscere noi stessi e il mondo che ci circonda. Siamo noi a scegliere le strade che possiamo percorrere e se vogliamo cambiare la nostra vita e va coltivato sempre quello che vogliamo fare, senza dimenticare però di avere un piano di riserva e di non smettere mai di studiare. Gli obiettivi ci consentono di arrivare ovunque e la scuola, in tal senso, ci insegna una verità assoluta: si lavora in gruppo e le vittorie che si ottengono non sono mai sole, ma insieme alla squadra».
Nibali, oltre che campione nello sport, è stato un campione nella vita «perchè in un periodo in cui tutti additano il ciclismo come sport contaminato – ha evidenziato Gaetano Giampalmo – cosa che non corrisponde al vero è stato l’unico atleta insieme a Miguel Indurain (ciclista spagnolo che ha vinto cinque Tour de France di fila, ndr) che non è mai stato sfiorato dal dubbio e dal sospetto negli ultimi 20 anni». “Lo squalo”, così era soprannominato, ha ricevuto anche il saluto dell’amministrazione comunale e, in tal senso, la vicesindaca Marianna Legista ha ricordato quel memorabile 18 maggio 2010, arrivo di tappa in città proprio della carovana del Giro d’Italia.