Un lettore, al solito cittadino attivo e attento, Pasquale Rapio, ci scrive per evidenziare una problematica abbastanza diffusa in città.
“Gent. Direttore del Da Bitonto
Vorrei rassegnare qui alcune riflessioni circa l’attività di ambulante, anche itinerante, relazionandola alla struttura mercato “filiera corta”, realizzata nel 2007, tramite progettualità finanziata dal consorzio per lo sviluppo dell’ area Conca Barese, e generalmente per una puntuale riqualificazione di questa periferia.
Passeggiando per la città noto innumerevoli operatori ambulanti itineranti, che sostano per ore nello stesso posto, oltre il normale tempo di disbrigo delle operazioni di vendita, utilizzando un posto sosta, non concesso, e facendo così concorrenza sleale agli stessi ambulanti con posto fisso, per il quale corrispondono un canone per l’attività, slealtà perpetrata anche nei confronti dei negozi che vendono la stessa tipologia di merce.
A volte, altresì, gli itineranti causano problemi al già congestionato traffico veicolare, e molti utenti si chiedono se la merce, acquistata per strada come frutta e verdura e sottoposta all’ inquinamento stradale, abbia o no i requisiti di salubrità (polveri sottili, etc). Inoltre gli utenti si chiedono, malevolmente, se la merce abbia i requisiti di tracciabilità. L’argomento è sempre ripreso dai cittadini, anche nelle pagine di questo giornale, senza mai trovare soluzione al tema.
Rappresento che in zona 167, alle spalle del mercato settimanale insiste dal 2007, una struttura mercato filiera corta dedicata agli ambulanti, mai entrata in funzione in relazione alle sue reali capacità. Attualmente, pare che la struttura sia utilizzata come “Banco Alimentare” con funzione sociale. Attività meritoria, ma apparentemente, fuori dal contesto per cui è stata creata la struttura.
Portare gli ambulanti, itineranti e/o fissi, a utilizzare la struttura facendo corrispondere un canone “politico”, gioverebbe certamente alla città in quanto perseguirebbe l’obiettivo di risolvere l’annoso problema delle “tollerate” inadempienze degli itineranti, decongestionare la città da queste piccole realtà, raggruppandole, nel limite del possibile nella struttura, e imprimere al quartiere quella vivacità commerciale che manca, rappresentando l’abbondanza di posti macchina a disposizione e la presenza di trasporto pubblico, quasi sempre vuoto. Con gli interventi che questa amministrazione ha realizzato (pista ciclabile, connessione ecologica- parco urbano via Berlinguer), alcune attività commerciali si stanno avvicinando alla zona e vedo sempre più spesso operatori del settore immobiliare, che nel loro ruolo di intermediazione, ricercano locali ad uso commerciale.
Certo appare facile sulla carta. Bisognerà coinvolgere gli ambulanti e i cittadini a un cambio di mentalità. Ma l’apparente “funzione sociale” (tutti dobbiamo portare il pane a casa) di tollerare le inadempienze degli inteneranti, mal si coniuga con l’ esigenza di decoro e legalità, richiesta da una città che non vuole piegarsi a su se stessa.
Spero che la presente sia utile a una discussione sull’ argomento, anche a livello amministrativo, senza presa di posizione e schieramenti, invitando gli utenti di questa testata a non fare inutili commenti denigratori verso chiunque”.