Un Piano che al tempo stesso fondamentale sia nell’ottica di una città che vuole diventare “smart” e non più rinviabile nell’ottica di consentire libero accesso a tutti e ovunque anche a chi vive in carrozzina.
Disco verde della Giunta comunale al Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (Peba), con cui l’amministrazione comunale intende perseguire l’efficientamento dei percorsi pedonali considerati strutturali nella rete complessiva dei percorsi dell’intero territorio comunale. La gestazione è stata lunga perché la storia recente parte nel 2019, anno in cui il Comune presenta istanza all’Avviso della Regione Puglia finalizzato a ottenere un finanziamento per la redazione del Piano stesso. L’istanza è stata accettata e Bitonto riceve un assegno di 10mila euro. Inizia così tutta la fase di realizzazione del provvedimento, tra studi sulle criticità del territorio accompagnati da questionari, in cui è emerso come il centro storico sia il punto più critico in quanto l’unico annoverato tra le problematiche inerenti tutti gli indicatori presi (due su tutti: accessibilità e raggiungibilità), senza dimenticare che, agli ostacoli capillarmente presenti (sia di natura mobile che immobile), si associa un’insufficienza diffusa delle larghezze utili dei marciapiedi a una corretta deambulazione. Gli obiettivi da realizzare sono ben definiti: miglioramento delle condizioni di accessibilità e sicurezza del Centro; superamento ferrovia delle due stazioni presenti e della Lama balice; creare aree protette intorno alle scuole; trasformazione dell’Sp 89 in percorso protetto urbano a Palombaio e Mariotto; opere di manutenzione diffusa e capillare dei marciapiedi; implementare l’accessibilità e la presenza di aree e percorsi verdi. Tutto in dieci anni di tempo e con una spesa di quasi 22milioni di euro.
«Il Piano – commenta l’assessore alla Mobilità sostenibile, Francesco Brandi – è estremamente ambizioso perché ci farà intervenire su opere pubbliche al momento ancora inaccessibili. La cosa da sottolineare è che iniziamo a farci strada in un campo dove siamo rimasti sguarniti e adesso inizierà subito la condivisione con i cittadini e tutti i settori e attori di riferimento. È una conquista culturale proprio perché fa luce su un tema rimasto buio per anni».