Da ieri, su Facebook, circola una foto. Ad essere immortalato è il tombino di un pozzetto di ispezione per la posa di messa a terra o per l’ispezione di cavi elettrici. Uno dei classici tombini che è possibile trovare ovunque, passeggiando per ogni città. Di quelli che, in caso di necessità, dovrebbero essere aperti per consentire, appunto, una ispezione. Ed è qui la particolarità . Qualcuno ci ha posizionato sopra un palo dell’illuminazione.
Il palo incriminato si trova in via Mazzini e rientra nelle attività di relamping inizialmente previsto in via Repubblica, ma poi spostato per via del progetto di rifacimento di quest’ultima strada e di piazza Aldo Moro, che dovrebbe partire prossimamente.
Sui social e tra le strade il sarcasmo si spreca. C’è chi afferma come non ci vogliano grandi competenze tecniche per comprendere che, piazzando sopra un tombino un palo della luce, il tombino non si apre. Altri sottolineano che non sarebbe il primo caso di lavori pubblici realizzati a regola non proprio d’arte.
C’è chi fa notare anche un altro problema. In base alle normative, dicono, al fine di evitare spazi di ombra, i pali della luce non dovrebbero superare una distanza di 25 metri l’uno dall’altro. Parametro che non sarebbe affatto rispettato.
A rispondere a chi, sempre sui social, accusa l’amministrazione è l’assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Santoruvo, sul proprio profilo Facebook istituzionale: «Era già a conoscenza del sindaco, mia e degli altri amministratori, da giorni. Il lavoro di relamping su via Mazzini deve essere rifatto a spese della ditta che lo ha eseguito. Abbiamo già ordinato al responsabile del servizio lavori pubblici di agire. Preciso a tutti coloro i quali si stanno divertendo ad attaccare il mio operato, che non è compito del sindaco o del preposto assessore verificare e seguire tecnicamente la regolare esecuzione dei lavori pubblici. Spetta alla direzione lavori. Nel caso di specie qualora non si interverrà, ci faremo noi promotori di una azione nei confronti della ditta appaltatrice e del direttore dei lavori, chiunque sia».
I lavori, comunque, non sono ancora conclusi (mancano ancora collaudo e allaccio, tanto che sono ancora presenti i vecchi pali della luce). Motivo per cui, da corso Vittorio Emanuele II, c’è chi parla di polemica inutile e dice che non ci sarebbero inadempienze da parte di nessuno. Quando sarà il momento, dicono, il tombino sarà riaperto inevitabilmente, anche perché il collare del palo è smontabile senza alcun problema.