Da Sinistra Italiana-AVS, riceviamo e pubblichiamo.
Adesso basta, fermatevi!
È di alcuni giorni la notizia, diffusa da un consigliere comunale nella sua pagina Facebook, di un ulteriore scempio perpetrato al nostro patrimonio agricolo con la realizzazione di un impianto fotovoltaico in un’area diversa da quella di pozzo di Grue.
Il consumo di suolo non è un buon esempio di governo e tutela del bene più prezioso che abbiamo: la terra.
Si parla di crisi climatica e si vuole contrastarla con il consumo di suolo agricolo?
Tale fatto è un atto miope, irresponsabile e politicamente ingiustificabile!
Il raggiungimento degli obiettivi di potenza da fonti rinnovabili non possono non tener conto delle esigenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, delle aree agricole e forestali.
La vigente legislazione privilegia l’utilizzo di superfici edificate, aree a destinazione industriale, artigianale, nonché aree destinate a servizi e logistica.
Non esiste alcuna legge nazionale che imponga il consumo di suolo: è una scelta. Una scelta che troppo spesso si maschera da “sviluppo” o “modernizzazione”!
Si continua ad ignorare il disposto dell’art. 20 del D. Lgs. n. 199/2021 ma il suo principio di applicazione è di una esplicita evidenza: nelle aree agricole non è possibile installare impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra ad eccezione dei casi in cui l’area è stata individuata come idonea dalla regione secondo i criteri del decreto MASE del 21 giugno 2024 (la Puglia non si è ancora dotata di una apposita legge), l’impianto derivi da un finanziamento PNRR o l’impianto FER è finalizzato alla costituzione di una comunità energetica.
Non si trascurano poi le norme tecniche di attuazione del nostro vigente PRG che consentono nelle aree agricole solo la realizzazione di impianti pubblici o di riconosciuto interesse regionale per il trasporto energetico e non certo per la produzione di energia.
Il suolo agricolo non è solo terra da lavorare: è riserva di biodiversità, presidio di sicurezza alimentare, barriera contro il dissesto idrogeologico. In un’Italia che ogni anno perde migliaia di ettari coltivabili, la difesa dell’agricoltura locale è un atto di resistenza civile.
A questo punto chiediamo all’amministrazione comunale due impegni chiari e trasparenti: stop al consumo di suolo, via libera alla adozione e approvazione del PUG.
Nel mentre, si sospendano i rilasci delle autorizzazioni per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili fino a quando la Regione Puglia non legifererà in merito all’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili.