La bonifica degli uffici della Asl da eventuali microspie voluta – secondo la magistratura barese – dall’allora direttore generale Lea Cosentino, arrestata per questi fatti nel gennaio 2010, vide imputati altri sette fra medici ed ex dirigenti dell’Azienda sanitaria.
Nel processo venivano contestate anche presunte irregolarità nella selezione per un posto da primario di allergologia nell’Ospedale di Altamura.
Dunque, nel novembre 2015, il Tribunale di Bari aveva condannato l’ex dg Cosentino alla pena di 3 anni e tre mesi di reclusione, l’ex capo area della Gestione Patrimonio dell’Asl di Bari Antonio Colella a 2 anni e 3 mesi di reclusione, l’investigatore privato Antonio Coscia a 3 anni e 4 mesi di reclusione e l’ex direttore sanitario della Asl di Bari Giuseppe Lonardelli a 1 anno e 4 mesi. In Appello le pene sono state ridotte per Colella a 2 anni e 1 mese, per Coscia a 2 anni e 3 mesi, per Lonardelli a 10 mesi di reclusione.
La Corte ha inoltre condannato tutti gli imputati che in primo grado erano stati assolti e per i quali anche la Procura generale aveva chiesto l’assoluzione.
In particolare nei confronti dell’allora dirigente dell’ufficio legale della Asl di Bari Leonardo Digirolamo è stata inflitta una pena di 10 mesi di reclusione, per l’allergologo Eustachio Nettis condanna a 3 anni e 6 mesi, per gli allora primari dei reparti di allergologia degli ospedali di Caserta e Civitanova Marche, Agostino Cirillo e Stefano Pucci, e il funzionario della Asl di Altamura, Vito Modesto Mastrangelo, condanne a 8 mesi di reclusione.
Confermati i risarcimenti danni, da quantificarsi in sede civile, in favore della Regione Puglia e della dottoressa Maria Teresa Ventura.
Le motivazioni della sentenza di secondo grado, emessa dopo oltre 6 ore di Camera di consiglio, si conosceranno fra 90 giorni.