Qualche sguardo di troppo alla bicicletta elettrica, da lontano, seduto con un amichetto su una panchina in centro alle 18.30 del pomeriggio.
Forse l’ammirazione per la scocca o le ruote di quella che viene chiamata “Fat bike”, una bici più “grassa” e potente, tra le mani di ragazzi poco più che coetanei.
Ma quegli sguardi “di troppo” a quegli adolescenti proprio non sono piaciuti e in men che non si dica il ragazzino, di appena dodici anni, si è ritrovato ricoperto di pesantissimi schiaffi sul volto. Forse inferti anche da più mani contemporaneamente.
Il piccolo, sfuggito alle botte, è riuscito a rifugiarsi in una attività commerciale della zona che, viste le condizioni (con un occhio completamente gonfio e immediatamente livido), ha prestato subito soccorso al 12enne e allertato i genitori.
Ma nel frattempo, fuori dal negozio, si erano già materializzate più di una decina di piccoli bulletti in sella alle loro bici, probabilmente in attesa che il piccolo uscisse per il famoso “resto”.
All’arrivo dei genitori del piccolo, le bici si sono volatilizzate in un attimo come mosche.
E noi ci chiediamo, quel piccolo ragazzino, alla prima estate in cui mamma e papà concedevano qualche passo fuori di casa con un amichetto, quanto rimarrà traumatizzato da questo episodio deplorevole?
I genitori si prenderanno ancora la responsabilità di concedere anche qualcosa di così semplice al loro figlio?
Quanti casi analoghi sono successi e, per paura, non sono stati denunciati?
Quanti “bravi ragazzi” sono costretti ad “incattivirsi” e a lasciare via il proprio lato più sensibile per poter resistere alla legge della jungla?
Domande che sicuramente, rimarranno senza risposta…