“La difesa degli interessi della città di Bitonto nel disegno della nuova configurazione dei servizi socio-sanitari regionali, in modo da sventare deprecabili sottrazioni, rappresenta una priorità assoluta per l’Amministrazione comunale”.
Lo afferma il sindaco di Bitonto, Francesco Paolo Ricci, che interviene nel vivo del dibattito aperto sul futuro dei servizi sanitari territoriali, per illustrare i passi compiuti sin dai primi giorni del mandato alla guida della città.
“Presa visione della delibera regionale, che disponeva la chiusura del Punto di primo intervento per il nostro distretto socio-sanitario – riferisce Ricci – abbiamo tempestivamente interloquito con i competenti organi della Regione e la direzione dell’Azienda sanitaria locale, richiedendo e ottenendo la sospensione di ogni operazione attuativa del provvedimento deliberato”.
“Nella complessiva ridefinizione del sistema sanitario e socio-sanitario regionale – precisa – la città non può essere ancora una volta penalizzata. Va contrastata qualsiasi ipotesi di smantellamento del presidio sanitario e per questo tutte le forze politiche, che hanno a cuore le sorti della città, devono unire i propri sforzi per difendere con un fronte unico e compatto il sacrosanto diritto a un’assistenza sanitaria adeguata ed effettiva per la nostra comunità”.
“La prospettiva – sottolinea il Sindaco di Bitonto – è quella di una leale collaborazione per individuare insieme e condividere risposte alternative, concrete e tempestive. Occorre, perciò, dare seguito e rafforzare la linea del dialogo e dell’interlocuzione con i vertici della Regione e dell’Asl, che ha portato da ultimo, nell’incontro del 16 novembre 2022, a definire alcune ipotesi operative, attualmente oggetto di valutazione con i referenti territoriali, le quali consentire di garantire un’adeguata continuità assistenziale sul nostro territorio”.
“Con la direzione dell’Azienda sanitaria locale – aggiunge – stiamo predisponendo le azioni preliminari alla realizzazione dell’Ospedale di Comunità come definito dal «DM 71», che prevede nuovi standard organizzativi, quantitativi, qualitativi e tecnologici, finanziati dai fondi del Pnrr. L’Asl, a tal proposito, ci ha informati di aver già avviato le operazioni di verifica, anche strutturale, sul presidio socio-sanitario. Verifiche che hanno evidenziato la necessità di ulteriori spazi e di nuove organizzazioni logistiche, per poter accogliere tutti i servizi previsti, comprese le forme aggregative dei medici di medicina generale e specialisti (AFT – Aggregazioni funzionali territoriali e UCCP – Unità complesse di cure primarie). L’obiettivo è il potenziamento della medicina territoriale, che durante la pandemia sì è rivelata uno strumento utile ed efficace per evitare ricoveri inappropriati. Una logica confermata dall’annunciata istituzione delle Unità di continuità assistenziale (UCA), che sostituiranno le Unità speciali di continuità assistenziale (USCA), sciolte dopo la pandemia”.
“Il nostro impegno – conclude Ricci – va concentrato nella valutazione, in confronto aperto e obiettivo con la direzione Asl, delle scelte più opportune e idonee a garantire l’attivazione di tutti i servizi, compresi quelli afferenti alla neuropsichiatria infantile e la continuità assistenziale h24, all’interno di un presidio accessibile, organizzato ed efficiente”.