E’ una torre di babele, dice il Segretario Regionale Vito Masciale, sono saltate tutte le regole nel mondo della scuola. Le ultime settimane sono state per la scuola di Puglia le più caotiche che abbia mai vissuto e lo sono state non solo per la scuola in senso stretto (docenti personale ATA e DS) ma per tutti i suoi protagonisti: famiglie ed alunni. Un clima che certamente non giova a quello che la scuola deve essere: contesto di educazione, formazione, rispetto delle regole soprattutto in tempi di emergenza sanitaria. Nel nostro Paese, Patria del diritto, le regole per la scuola di Puglia in tempi di emergenza sanitaria sono diventate un labirinto da cui ognuno cerca di uscire cercando la propria strada. Ogni provvedimento, non importa quale forma
giuridica abbia, preso in sé risulta buono per raggiungere l’obiettivo ma ogni provvedimento ha in sé effetti collaterali che non si possono ignorare. Il confronto democratico e legittimo nelle aule di tribunale va rispettato ma non porterà alla risoluzione degli effetti collaterali perché il Magistrato di turno può solo esprimersi sul quesito del contenzioso.
Sicuramente tutti gli attori di questa contesa sono d’accordo su due cose:
1) La salute va tutelata ad ogni costo.
2) La didattica in presenza è la più efficace.
La politica è distante dalla gente, ribadisce che i migliori risultati si ottengono con la didattica in presenza,
però alla luce dei risultati ottenuti nella settimana di chiusura di alcune istituzioni scolastiche con la
diminuzione dei contagi ritiene che il Governatore Emiliano dovrà inevitabilmente chiudere da subito tutte le istituzioni scolastiche dall’Infanzia alla Scuola secondaria di Secondo Grado.
L’aumento esponenziale della curva pandemica non è sicuramente tutta imputabile alla riapertura delle
scuole ma è innegabile che dopo l’Ordinanza Regionale di chiusura l’indice di contagio all’interno delle scuole sia diminuito. L’Assessorato regionale alla sanità prevede un picco dei contagi entro il 27 novembre e per questo periodo che ci separa dal picco saranno opportune misure molto drastiche come la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. Se solo il lockdown frena la diffusione del Covid 19 e la salute è al primo posto sarà questo il prezzo che la scuola dovrà pagare.
Ma dopo il 27 novembre? Quando il Covid 19 deciderà di mollare il pianeta non lo sa nessuno e la scuola deve riaprire. Ma gli effetti collaterali? Si può trovare la migliore soluzione attuabile solo ragionandoci insieme.
Purtroppo un tampone negativo non lo è per sempre, il contagio 0 non esiste e l’immunità di gregge non funziona.
Serve un uomo solo al comando, è corretto che si assuma le responsabilità che competono al ruolo ma senza dialogo si priva della collaborazione di esperti dei vari settori del sociale che sono tutti pronti a lavorare insieme per trovare soluzioni idonee e fattibili per il trasporto scolastico, per il controllo della salute dei lavoratori della scuola, degli alunni e delle loro famiglie e per la sicurezza sanitaria in ogni sede scolastica, per gestire le situazioni di necessità delle famiglie che non riescono a organizzare il tempo dei loro figli fuori dalla scuola.
Questo è il caloroso invito che la Confsal rivolge al Governatore Emiliano e alla task force che gestisce
l’emergenza Covid 19 in Puglia augurandosi che venga accolgo: facciamo squadra, lavoriamo insieme,
convocate dei tavoli di confronto con tutte le forze sociali rappresentative.