C’è qualcosa che non va. E fa male. E dovrebbe far riflettere ancor più delle pur gravi problematiche che affliggono la malconcia e fascinosa città. Ieri, un uomo ha pubblicato sul suo profilo Facebook un post, al solito ben scritto, nel quale con appassionata partecipazione descriveva una serata nel nostro mirabile borgo. Dalle sue parole accorate traspariva il tragico cozzo quotidiano fra la bellezza e la barbarie. Conosco il cittadino, lavoratore onesto ora in pensione, dalle idee chiare in politica, seguite sempre con coerenza e libertà, strenuo difensore delle classi sociali ferite dalla storia, profondamente innamorato delle meraviglie storico-architettoniche di Bitonto e non solo. Insomma, il suo pensiero era rammaricato e addolorato. Tanti lo hanno condiviso. Molti hanno commentato, esprimendo pareri i più disparati, suscitando spunti di riflessione anche conflittuali, esibendosi pure in salivari acrobazie. La comunità si stava confrontando per provare a trovare delle soluzioni alle gravissime problematiche esposte. Volendo fare il punto della situazione, sono andato a cercare l’appassionato post di quello stimato bitontino. Ma niente. Non c’era più. Non so e non voglio sapere il perché, so solo che amarezza e delusione si sono impadroniti di me, soprattutto in virtù dell’altezza etica e civica del concittadino che ci aveva rassegnato le sue dolenti opinioni. A me tutto questo mette tristezza, non so a voi…