La
ratio è chiara: aumento della raccolta differenziata per scongiurare
l’incubo ecotassa, diminuzione dei costi dello smaltimento dei
rifiuti, maggiore occupazione (le previsioni parlano di un incremento
del personale del 30%), maggior rispetto delle pratiche e delle
tutele ambientali, nonché tecnologie all’avanguardia. Come quelle
per esempio, che riguarderanno la raccolta condominiale: via i bidoni
della spazzatura (scompariranno per sempre) e raccolta del rifiuto
attraverso rastrelliere dove ogni condomino potrà mettere il
rastrellino, oppure con un punto di aggancio dotato di codice
personale che farà pagare soltanto chi si comporta non secondo le
regole.
Il
piano industriale dell’Aro Bari 1 (Corato è il capofila, poi
Terlizzi, Bitonto, Ruvo di Puglia e più tardi anche Molfetta) sembra
essere davvero quella rivoluzione copernicana che dal 1°gennaio 2015
cambierà radicalmente il modo di raccogliere e trattare i rifiuti.
Ma
cosa è l’Aro? Sarà una società che si
chiamerà “Servizi ambientali del nord barese Spa” e avrà
sede nell’Asipu di Corato (l’unica azienda che raccoglie rifiuti in
grado di creare profitti e reinvestire, e che ha fatto salire alle
stelle la raccolta differenziata a Ruvo, ndr). Sarà una Spa con
capitale sociale di 100mila euro e i comuni parteciperanno con
possesso di azioni in proporzione agli abitanti riferiti all’ultimo
censimento del 2011.
Tutto
deve essere pronto entro fine anno. Una volta creata la società,
sarà affidato il servizio di raccolta dei rifiuti sulla base di un
progetto chiamato appunto “Piano industriale”, che deve
essere approvato dai Consigli comunali.
«I
punti forti del Piano industriale dell’Aro – ha
spiegato Attilio Tornavacca, esperto della Esper che ha messo a punto
il documento di 381 pagine, a margine del Consiglio comunale di ieri
– sono
la raccolta porta a porta totale, il compostaggio domestico (anche
sfruttando l’impianto che a breve sarà aperto a Molfetta, ndr), i
centri del riuso, la
raccolta dell’umido al di fuori dei centri urbani e la tariffazione
puntuale». E
sarebbe questa la vera novità, «perché
– ha
illustrato Tornavacca – per
la prima volta non si pagherà più in base ai metri quadrati
dell’abitazione ma in base all’effettivo conferimento dei rifiuti, e
consentirà ai cittadini di cambiare le scelte di consumo e i suoi
comportamenti. In Francia è una pratica obbligatoria, mentre in
Italia è presente fin dal 1986 in Trentino. I risultati sono
incoraggianti, perché tutti coloro che hanno abbracciato questa
tariffa hanno portato alle stelle la raccolta differenziata, con
percentuali ben sopra l’80%».
Tornavacca,
poi, ha ammesso che i risultati da raggiungere non saranno immediati:
«Il
primo anno– ha chiarito – sarà
per forza di transizione, con un inevitabile aumento dei costi per
via degli investimenti che faremo in personale e in tecnologie, ma
già dal secondo anno si andrà a pieno regime con la nuova raccolta.
In realtà, già dal secondo semestre del primo anno i primi
risultati inizieranno a vedersi. I cittadini? Saranno sensibilizzati
e informati a dovere, e non subiranno per tanto tempo i contraccolpi
per questi
cambiamenti».
Chiusura
dedicata a Bitonto: «Sarà
la città – ha concluso – in
cui si vedranno meglio gli effetti di questo nuovo servizio».