«Avevo
detto che per questa storia sarei andato fino in fondo».
Quando
ci accoglie nel suo domicilio, si vede subito dagli occhi cheDomenico Tarantino è un cittadino che si sente preso in giro.
Sbeffeggiato
– dice lui – da qualcuno che ha un nome e cognome: il Comune di
Bitonto.
Che
esiterebbe, e non si sa per quale motivo, all’erogazione di una somma in denaro proveniente dalla Regione (badate bene, dalla Regione) che
invece gli spetterebbe di diritto.
Nel
frattempo, Domenico continua a rimetterci di tasca propria.
Lui è un distrofico immobilizzato su una sedia a
rotelle e costretto a dipendere completamente da un’altra persona per
compiere i più comuni atti quotidiani.
I
primi segni della malattia gli compaiono già all’età di 11 anni –
adesso ne ha 43 – e fino a qualche anno fa lavorava anche come
deejay.
Nell’estate
2013, Domenico decide di partecipare al “Pro.vi – Progetti di
vita indipendente”, una iniziativa targata Regione Puglia che
si pone come obiettivo quello della autonomia delle persone con
disabilità.
A
febbraio 2014 arriva il disco verde e il benestare, più anche quasi
15mila euro da usare, ovviamente, soltanto per la causa.
«Con
questa opportunità – racconta – voglio riprendere in mano
la mia vita ed essere più indipendente da mia moglie che si occupa
totalmente delle mie esigenze. Perciò allora desidero avvalermi di
una persona che mi supporti e mi agevoli nelle funzioni della vita
quotidiana. E desidero anche reinserirmi a livello sociale, e perciò
ho preso contatto con una radio romana che mi consente di continuare
a coltivare la mia passione per la musica».
Per
l’attivazione del progetto, allora, Domenico inizia ad interfacciarsi
con il Comune, che praticamente fa da tramite con la Regione.
Qui
sorgono i problemi perché, tra questioni burocratiche e altro ancora
(«sono andato io più volte a sollecitare i dipendenti comunali»,spiega) “Pro.vi” parte soltanto il 1°marzo. Due mesi fa.
Domenico,
allora, assume con contratto un’assistente (alla parte di assistenza
è dedicata la maggior parte del finanziamento, che dura un anno) che
gli fa compagnia per 2-3 ore al giorno, acquista la parte hardware e
informatica per poter fare radio, e poi c’è la domotica.
Spesa
complessiva, allora, quasi 1.700 euro fino a oggi. Ovviamente
anticipata da lui, e mai ancora rimborsata. Nonostante al Comune i
soldi della Regione siano arrivati, e anche da tempo.
«Già
a fine marzo – sottolinea – tramite Posta elettronica
certificata ho presentato regolare fattura e rendicontazione di
quello che ho speso. Ed è incredibile come non abbia ancora visto un
centesimo. Provo a telefonare continuamente a Foti (posizione
apicale del 9°servizio, quello di Piano, ndr), ma non risponde
mai, e a nulla è valsa la mia lettera di sollecito. Ho anche
interpellato il sindaco, ma non è servito a nulla.
Per
non parlare, poi, dei dipendenti del servizio Ragioneria, che non
riescono a darmi risposte soddisfacenti e adeguate».
E
adesso? In attesa che la situazione si sblocchi, Domenico non sembra
intenzionato ad arretrare di un centimetro.
«Avevo
già detto ai dipendenti del Comune – conclude – che avrei
raccontato la mia situazione ai giornali, e così ho fatto. E questo
è soltanto il primo passo».