Giovani che non sanno dire altro se non “Trmaàà”. Un modo “affettuoso” per salutarsi con amici e compagni.
Lo stesso “affetto” che potrebbe spingere un manipolo di più di 30 ragazzini ad incatenare ad un palo della pubblica illuminazione nella supercentralissima piazza Marconi, all’ingresso del centro storico, un compagno.
Tra la corda – che tenevano stretta -, anche un divieto di sosta, segnale stradale divelto da chissà dove. Ma contrariamente a quanto il cartello invitava a fare, attorno si è creato un capannello di gente, auto che si fermavano, e nessuno ha mosso un dito.
È forse il modo giusto di festeggiare? Hanno cosparso il ragazzo di farina, ketchup, gli hanno lanciato contro le uova, bagnato con bottiglie di vino e spumante, di cui si sono abilmente disfatti lanciandole nel fossato del Torrione, assieme anche ad alcuni indumenti del festeggiato. Un luogo storico ridotto a niente più che una discarica.
Ovviamente, finito il gioco diabolico, la piazza è rimasta completamente piena di ogni tipo di ingrediente. E piena di storie su instagram e dirette che si sono, chiaramente, preoccupati di fare per documentare la bravata.
Gli ingredienti della “felicità” di questi ragazzi che hanno perso ogni tipo di rispetto. Verso le persone, verso la loro dignità, verso la città che abitano.
E non sono gli stessi genitori, poi, a lamentarsi quando il sindaco non c’è ed ha mancanze? Quando le Forze dell’Ordine non puniscono?
Ci vuole rispetto. Verso tutti. Siamo rimasti davvero senza più nessuna parola da aggiungere.