La pena è confermata: dieci mesi e 20 giorni.
Anche la Corte d’appello di Bari è convinta che la morte di Laura Cambione, 52 anni, sia stata causata da colpe mediche. In modo particolare di Antonello Dell’Anna, all’epoca dei fatti – 2010 – medico in servizio al Pronto soccorso dell’ospedale di Bitonto, e perciò condannato a dieci mesi e 20 giorni di reclusione (pena sospesa) con l’accusa di “omettere di effettuare o disporre un monitoraggio clinico-strumentale di laboratorio più prolungato”.
Dell’Anna, che già in primo grado, nel 2013, era stato condannato alla stessa pena, dovrà risarcire il danno ai figli e ai fratelli della paziente/vittima.
I fatti.
Tutto inizia il 7 gennaio 2010, quando la signora Laura, accompagnata dal marito e da sua figlia minore, si reca al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Bitonto lamentando forti dolori al petto.
Laura, donna sana e fino ad allora quasi mai recatasi in ospedale se non per motivi strettamente necessari (“non era una malata immaginaria” si legge nella tesi difensiva), viene visitata dal dottor Dell’Anna e dimessa dopo circa 24 minuti con la diagnosi di “torocoalgia”.
Il medico, dopo una visita generale, un elettrocardiogramma e un test per misurare la concentrazione di Troponina I, le prescrive una terapia a base di aerosol.
Il dolore, però, persiste per tutta la notte, fino alle 9 di mattina quando, all’improvviso, la signora Laura si accascia a terra priva di sensi. Suo figlio chiede immediatamente l’intervento dei sanitari del 118, che trasportano la signora Laura d’urgenza all’Ospedale San Paolo dove, poco dopo le 10, viene accertato il decesso per “insufficienza cardiorespiratoria irreversibile” dovuto alla dissezione aortica, praticamente un infarto.
Colpiti dal dolore immenso ma anche erosi dal tarlo rappresentato dalla quasi matematica certezza che qualcosa in più per salvare la vita della signora Laura si sarebbe potuto e dovuto fare, i familiari presentano due denunce-querele nei giorni successivi nei confronti sia del medico di turno la notte del 7 gennaio, il dottor Dell’Anna appunto, sia di altri eventuali soggetti responsabili.
Si entra quindi nel lungo e tortuoso percorso processuale che ha portato, dapprima, alla richiesta di rinvio a giudizio nel maggio 2011, poi alla condanna in primo grado nel 2013 al termne di un processo celebrato con rito abbreviato.
Il resto, infine – e quindi la conferma della condanna – è roba recente e della Corte d’appello di Bari.