Discrasie sulla effettiva forza occupazionale (e quindi 206 lavoratori che rischiano di restare a casa). Il pugno duro della Rete temporanea d’impresa entrante. La minaccia di sciopero da parte dei sindacati, che intendono coinvolgere anche il ministero del Lavoro.
Si fa davvero pesante la trattativa per il passaggio nazionale di commesse del servizio di Contact Center INPS-EQUITALIA e che, per quanto riguarda i non pochi bitontini impiegati, vedrà il trasferimento da Transcom (Modugno) a Network (Molfetta).
Nell’incontro svoltosi ieri a Milano tra i sindacati, le aziende subentranti – COMDATA-NETWORK – le aziende uscenti, si è arrivati a un punto di rottura con le OO.SS che hanno lasciato il tavolo dinanzi ad alcune questioni irrisolte e davvero spinose.
“La RTI – si legge nel comunicato congiunto al termine del vertice – continua a dichiarare delle discrasie nel perimetro rispetto alle liste ricevute dalle aziende uscenti e dell’INPS”. Significa una cosa sola. Che, incredibilmente, non è ancora chiara quale sia la forza numerica che ogni giorno lavora, con impegno, professionalità e sacrificio, su una delle commesse più importanti dello Stivale e non si capisce da cosa sia dipesa questa (anomala e sorprendente) discrasia. COMDATA, dunque, ha formalmente dichiarato 206 fte equivalent in esubero.
“Nel frattempo INPS – prosegue la nota sindacale – ha affermato di mantenere il 2 agosto come data dalla quale far partire i sei mesi di attività esclusiva e continuativa che delineano il diritto soggettivo alla clausola sociale, ma allo stesso tempo ha auspicato che tutti i lavoratori che hanno accumulato i 6 mesi da oggi siano comunque assorbiti”.
Che fine ha fatto, allora, l’accordo trovato appena un paio di settimane fa, sulla proroga della stessa clausola fino al 27 ottobre? Mistero.
“Una ambiguità, questa, ancora più inaccettabile sapendo che le aziende uscenti hanno aperto le procedure di licenziamento per i lavoratori che loro dichiarano oggi essere impiegati sulla commessa INPS, creando un precedente pericoloso e sbagliato. Ci troviamo di fronte a uno scenario mai visto in un cambio di appalto con la clausola sociale, in cui le lavoratrici e i lavoratori sono usati come ostaggio e le OO.SS. devono discutere con la spada di Damocle dei licenziamenti posti sul tavolo”.
“Per questo motivo le OO.SS., di fronte alla mancanza di certezza sul perimetro degli aventi diritto, non sono state messe nelle condizioni di discutere nessun altro argomento. Restano comunque presenti sul tavolo tutte le richieste sulle condizioni già poste in precedenza, già ribadite in ogni incontro: mansioni, livelli, scatti di anzianità, profili orari, art. 18, CCNL TLC, territorialità, condizioni per diminuire il disagio per i lavoratori delle sedi svantaggiate (Roma, Napoli, Bari).
La RTI entrante, a fronte della mancanza di accordo, ha dichiarato che procederà unilateralmente alle proposte di assunzioni”.
Tutto finito, allora? Per nulla. I sindacati non gettano affatto la spugna. “Le scriventi Segreterie nazionali proclameranno quindi un pacchetto di ore di sciopero per tutte le lavoratrici e i lavoratori che lavorano in appalto per il servizio di customer care di INPS.
Inoltre le OO.SS. hanno dichiarato che percorreranno ogni altra necessaria iniziativa, a partire dalla richiesta di incontro a INPS alla presenza della RTI uscente e di quella entrante, così come il coinvolgimento del ministero del Lavoro in questa vertenza”.