«Una scelta priva di logica, destinata a disincentivare l’uso dei mezzi pubblici e creare gravi disagi per la cittadinanza, in particolare per lavoratori, studenti e pendolari, che potrebbero tornare a utilizzare i propri veicoli anziché il trasporto pubblico locale».
È negativo il giudizio dell’opposizione di centrodestra verso la decisione, adottata dall’amministrazione comunale di Bitonto, di spostare dal centro alla periferia fermate e capolinea degli autobus extraurbani. Una scelta che ha un precedente. Nel 2013 l’amministrazione Abbaticchio fece un primo tentativo in questa direzione.
Per chiedere la revoca del provvedimento, ieri, nel corso di una manifestazione su piazza Aldo Modo, i consiglieri di Fratelli d’Italia, Bitonto Cambia e Patto Comune hanno lanciato una petizione contro una scelta definita insensata: «Lo spostamento dei capolinea in aree periferiche crea solo difficoltà a studenti, lavoratori, pendolari e cittadini costretti a percorrere tratti molto più lunghi per raggiungere gli autobus sia alle attività commerciali e ai residenti penalizzati da un’ulteriore eliminazione di parcheggi sostituiti da diversi stalli per bus. Tutto ciò rende il trasporto pubblico inefficiente e ne disincentiva l’utilizzo, contraddicendo ogni principio di mobilità sostenibile».
La scelta della giunta Ricci ha destato diverse perplessità in città, soprattutto perchè per tanti non aiuta a ridurre il traffico e rischia di essere controproducente.
Per raccogliere proposte e suggerimenti, l’amministrazione nei giorni scorsi ha lanciato un sondaggio aperto fino al 23 febbraio. E, sempre per andare incontro alle esigenze della cittadinanza, l’assessore alla Polizia Locale Cosimo Bonasia ha incontrato ieri i cittadini di Mariotto e Palombaio, con lo scopo di discutere delle nuove fermate, ma anche dei problemi quotidianamente vissuti.
Come gli orari dei collegamenti con Bitonto, «incompatibili con le nostre esigenze di chi abita nelle frazioni» spiega una residente delle cosiddette Case Verdi di Palombaio, che da mesi denuncia disservizi che ostacolano il diritto alla mobilità: «Gli orari dei bus spesso sono incompatibili con quelli delle Ferrovie del Nord Barese. La domenica e i festivi la prima corsa è alle 8.30 dalle frazioni e l’ultima corsa utile per ritornare è alle 19, ma la gente lavora anche in quei giorni».
Problemi sentiti sia da chi lavora a Bari, sia dagli studenti, che spesso hanno notevoli difficoltà a tornare.
Bonasia si dice disponibile per eventuali accorgimenti atti ad alleviare i disagi, ma la scelta è irreversibile, consapevole che si tratta di un provvedimento impopolare ma «utile a decongestionare il traffico e migliorare la qualità dell’aria».