Ci
sono importanti novità nell’inchiesta sulla morte di Nicola e Vincenzo Rizzi, i
due bitontini vittima di un fatale incidente sul lavoro l’8 aprile
2014, mentre ripulivano una vasca di depurazione in un’azienda ittica
di Molfetta, la Di Dio srl.
È
stato chiesto, negli scorsi giorni da parte della Procura di Trani,
il rinvio a giudizio per due persone, i biscegliesi Vito e Domenico
Di Dio, rispettivamente legale rappresentante ed esecutore di fatto
della “Srl Di Dio”, imputati per la tragedia avvenuta nello
stabilimento dell’azienda ittica “Di Dio”, nella zona
industriale di Molfetta.
Prossima
tappa del processo per la morte dei due bitontini è l’udienza
preliminare che si terrà davanti al giudice per l’udienza
preliminare del Tribunale di Trani Maria Grazia Caserta il 22
gennaio.
Nicola e
Vincenzo, padre e figlio, di 50 e 28 anni, ricordiamo, perirono a
causa delle esalazioni tossiche nella cisterna e in seguito per
l’annegamento nelle acque. Un secondo figlio, Vincenzo, sceso per
primo, riuscì miracolosamente a salvarsi.
Secondo
le accuse, mosse dal pubblico ministero Antonio Savasta, il ciclo di lavorazione dell’azienda ittica non fu sospeso. In tal modo nella cisterna si riversarono le acque
luride provenienti dalla lavorazione del pesce, dense di acido
solfidrico.
Il
pm contesta ai Di Dio i reati di cooperazione in
omicidio colposo, la violazione del DPR 177/2011 e la violazione del
Decreto Legislativo 81/2008 in tema di sicurezza dei luoghi di
lavoro.
I
familiari delle due vittime si costituiranno parte civile con
l’avvocato Leonardo Iannone.