La sentenza del Tribunale di Bari non lascia spazio ad interpretazioni. L’ingiunzione di pagamento riguardante le morosità del Partito di Rifondazione comunista recapitata a Vincenzo Delvino è stata respinta decisamente dal giudice ed ora tocca al Comune di Bitonto pagare le spese legali.
All’indomani del verdetto a lui favorevole, Vincenzo Delvino, difeso con successo dall’avvocato Antonio Mitolo, esprime piena soddisfazione, anche se non è stato facile vedersi arrivate alla propria abitazione l’ufficiale giudiziario e sentirsi dire che dovevano pignorare alcuni beni: “Per me è una grande vittoria perché pensavo di avere completamente ragione in quanto estraneo a questo decreto ingiuntivo notificatomi dall’attuale amministrazione. Come evidenziato da articoli di giornale, all’epoca dei fatti, io ero in via Garibaldi col Movimento politico per Bitonto, mentre l’amministrazione Abbaticchio mi inviava un decreto ingiuntivo per i pagati non pagati per l’immobile occupato da altri di Rifondazione comunista in piazza Aldo Moro. Prima lo riceveva la compagna Rosanna Perillo e già in quel caso è andata male per loro, poi è stato mandato a me con gli effetti che vediamo. E dire che il tutto era andato in prescrizione e bastava chiedere lumi al ragioniere capo per sapere come stavano le cose e chi era chi occupava i locali comunali in quel periodo. Tra l’altro, fu proprio l’occupante del tempo a restituire le chiavi“.
Insomma, non aveva senso procedere, ma così non è stato e la giustizia gli ha dato ragione.
“Ma, ora, le spese legali come le pagano? Con i soldi dei contribuenti? – si chiede rammaricato l’ex assessore della Giunta Khütz -. Se, poi, si considera che sono state perse ben due cause e che i fitti non sono stati recuperati, si può affermare che è stata un’azione del tutto fallimentare, quella dell’amministrazione Abbaticchio contro di me“.
Oltre a manifestare logica soddisfazione, Delvino chiede all’attuale amministrazione pure più umiltà e meno arroganza. “Davvero sarebbe bastato un po’ di buonsenso per evitare questa débâcle. Sarebbe bastato anche solo leggere attentamente le carte“.
E cosa si aspetta ora Delvino? “Che almeno si chieda scusa alla persona coinvolta e alla cittadinanza per l’errore compiuto. Tutto qui“.