Il lieto fine è arrivato giovedì sera. Una famiglia si è ricongiunta in un abbraccio. E così, dopo mesi di attesa e angoscia, G. ha ritrovato sua moglie e i cinque bambini tra i tre e i nove anni, da tempo bloccati a Gaza, in Palestina, dove da ottobre si sta combattendo una delle guerre più atroci dei nostri tempi. E adesso i bimbi potranno giocare liberamente, senza il timore di dover nascondersi per colpa delle bombe e, soprattutto, portare avanti una vita senza guerre, armi e soldati, ma con l’amore e il supporto che la comunità di Bitonto, terra da sempre accogliente, saprà loro dare. Questo perchè è stata proprio la città dell’olio e del sollievo, tramite la fondamentale azione della cooperativa “Auxilium” e al progetto di Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) a spalancare le porte prima a G, a febbraio dell’anno scorso, e dalla tarda serata di giovedì al resto della famiglia.
L’uomo, seguito dall’equipe della cooperativa e supportato da ministero e Comune di Bitonto, fin dall’inizio si è integrato nella comunità ospitante, aveva segnalato che i suoi familiari erano bloccati da tempo a Gaza, chiedendo aiuto per cercare di facilitare la loro fuoriuscita dal fronte di guerra e metterli in salvo. «Abbiamo preso molto a cuore la sua storia, perché il disperato grido d’aiuto di un padre non può essere ignorato» ha raccontato il sindaco, Francesco Paolo Ricci. Significa allora che è partita una silenziosa collaborazione tra il Sai, il sindaco e l’assessore al Welfare Silvia Altamura creando una macchina organizzativa in grado di poter contare sul «prezioso contributo del nostro mediatore Jalal e interprete Andrea, i quali ci hanno aiutato a facilitare la fondamentale comunicazione di questi giorni» come ha sottolineato Mariarosa Uccelli, responsabile della cooperativa “Auxilium”. Settimane di costanti interlocuzioni con l’Ambasciata italiana in Egitto e il Consolato nazionale a Gerusalemme, sino al 20 marzo. Poi tutto si è avverato, perchè il primo giorno di primavera ha significato infatti la lieta novella tanto attesa.
«In questo momento – ha sottolineato sempre Ricci – sono tutti al sicuro: li ospiteremo provvisoriamente in una struttura Sai e daremo loro la possibilità di poter iniziare una vita migliore. Bitonto, anche in questo caso, ha dimostrato di essere una comunità accogliente».