I cittadini possono impegnarsi direttamente per la tutela dei beni comuni, suggerendo a politici ed amministratori quali risposte dare ai problemi di una città e di una comunità.
Gli interessi della collettività possono essere condivisi dagli stessi cittadini, canalizzando l’azione pubblica verso obiettivi mirati, in termini di cura civica di beni e servizi comuni urbani.
Con il termine beni comuni urbani, si fa riferimento agli spazi urbani comuni (piazze, giardini, parchi), funzionali allo svolgimento della vita in una città e quindi all’esercizio dei diritti di cittadinanza della comunità di appartenenza.
La maggiore o minore qualità delle infrastrutture di uso collettivo determina il conseguente benessere o malessere delle comunità, migliorando o peggiorando la qualità della vita e del lavoro, oltreché gli aspetti legati alla socialità, alla cultura, allo svago, alla mobilità fino al senso di comunità.
Per servizi comuni urbani, si intende invece il sistema di trasporto pubblico locale, le arterie viarie, i sistemi idrico, fognario e di igiene urbana.
Nelle Sentenze del 2011, la Corte di Cassazione ha reinterpretato i beni pubblici, enucleando dagli articoli 2, 9 e 42 della Costituzione, il Principio della Tutela della Personalità Umana, connessa ai “beni che, indipendentemente da una preventiva individuazione da parte del legislatore, per loro intrinseca natura o finalizzazione, risultino, sulla base di una compiuta interpretazione dell’intero sistema normativo, funzionali al perseguimento e al soddisfacimento degli interessi della collettività”.
I beni e servizi comuni sono funzionali al benessere urbano della comunità e alla realizzazione dell’inclusione sociale.
Si profilano oggi, accanto al diritto individuale di godimento dei beni comuni, anche nuovi diritti, come “il diritto di cura” dei beni comuni, che si esplica mediante: l’attuazione di microprogetti, come disciplina l’articolo 23 D.L. n. 185/2008 (convertito in L. n. 2/2009); la realizzazione di forme di partenariato pubblico civico, di natura non-profit; l’adozione di misure amministrative di incentivo alla sussidiarietà quotidiana da parte dei cittadini; iniziative di comunicazione pubblica e di creazione di reti locali attraverso il web 2.0.
E in relativo a quest’ultimo punto, affinché si realizzi l’impegno attivo dei cittadini, in tema di tutela di spazi e servizi pubblici urbani, esistono on-line da anni piattaforme di condivisione degli interessi generali delle collettività.
Dalla condivisione di buone prassi (in https://participedia.net/) e di conoscenze utili all’intervento (come nel virtuoso supporto di Procivibus http://www.collaboriamo.org/startups/procivibus/) fino a piattaforme partecipative di segnalazione del degrado urbano (https://www.decorourbano.org/comuni-attivi/ e https://www.decorourbano.org/docs/Decoro_Urbano.pdf). Ma anche strumenti di georeferenziazione di informazioni di interesse generale (https://www.fontanelle.org/trova-fontanella.aspx?c=bitonto e https://www.openforeste.com/) e di supporto alla sussidiarietà quotidiana (come il francese VELIB, https://www.velib-metropole.fr/#/). In ultimo, servizi web di condivisione e sostegno di progetti necessitanti di fondi monetari per essere realizzati (https://www.eppela.com/it/support).