DI FRANCESCA MORRELLI
Quando l’atrio di una scuola riecheggia dei nomi stessi che la abitano, possono involarsi al cielo idealità civili e qualità umane che si spera si posino, polvere di sogni in parole, in ogni angolo della nostra città. Questo è accaduto l’altra sera ricordando il Maestro Marco Vacca, nel corso del Festival della Poesia “Parlami, o Alysia”, nel chiostro della scuola “don Milani”. La speranza, invece, quella espressa dal Sindaco Francesco Ricci: che ognuno dei presenti – numerosissimi, tanto da gremire anche i portici- portasse a casa pure un solo proposito civico da realizzare, sul modello dell’impareggiabile esempio. Ma non solo. Durante la serata si sono intrecciati ricordi, aneddoti, poesie del Maestro per antonomasia Vacca o di autori da lui amati, si è riflettuto sul valore morale delle sue parole, se ne è confermata l’incisività, anche politica. Dopo il breve, commosso ricordo della prof.ssa Angela Scolamacchia, il giornalista Valentino Losito, di lui successore quale Presidente dell’Università dell’Anziano, ha dato alla figura di Marco Vacca quel respiro, ampio e lungimirante, dei grandi pedagogisti, che apprendono per ridistribuire il sapere. Marino Pagano, direttore del Centro Ricerche Storia e Arti, ha rivissuto con gli astanti i dialoghi nel salotto di casa, con anche la moglie Anna, e le disquisizioni filosofiche e storiche che ne erano derivate. Poi, le referenti di FIDAPA e ‘Voce delle donne’, guidate dalla dott.ssa Mariella Pastoressa, hanno descritto quanto i suoi principi educativi fossero e siano da guida ideologica della mission associativa, e lo hanno fatto anche attraverso le letture delle sue poesie, affidate alla voce dei loro associati. La prof.ssa Cecilia Petta, fondatrice della scuola di politica “La Città dell’Uomo”, con alta maestria, ha proposto un suggestivo percorso attraverso le liriche più gustose e catturanti di Marco. Il direttore del daBitonto Mario Sicolo ha chiuso l’incontro, portando il Maestro a modello non solo pedagogico, ma soprattutto di integrità morale ed incorruttibilità civile e politica, attraverso l’attualità sconvolgente di un suo articolo giornalistico degli ultimi anni del secolo scorso. Applausi e qualche lacrima tra il pubblico, composto e composito, tra giovani e meno, che hanno seguito ogni intervento, con cura. “I care”, appunto, lo slogan donmilaniano che questo insigne Educatore portava dentro, antitesi viva all’indifferenza; cura degli ultimi, dei bambini, della sua Bitonto, cura persino di una profonda riflessione sulla gestione e soluzione dell’errore, come ha ricordato il prof. Francesco Stellacci, illustre scienziato e alunno del Vacca, attraverso un videomessaggio. Serata di emozioni, di sogni, di ricordi ed orgoglio. Ora bisogna solo attendere che questa polvere si posi e diventi fossile tra le strade della città, e oltre, per fecondare bellezza.