Segniamoci
questo nome: Domenico Amorisco.
Classe
1942, rigorosamente bitontino, e di professione sindaco. Lo ha già
fatto per sette volte, in tre diversi paesi di montagna: dapprima a Valmala (minuscolissimo Comune in provincia di Cuneo), poi a Brossasco (sempre nel cuneese, per ben quattro volte), da qualche
anno a Casteldelfino (ovviamente sempre qui, dove è primo cittadino
dal 2011).
Ebbene,
il nostro concittadino in trasferta in Piemonte si sta segnalando,
anche sulla stampa nazionale, per la sua battaglia contro
l’istituzione del parco del Monviso, la nuova area protetta voluta
dalla Regione intorno al «Re di Pietra», tra le valli Varaita e Po.
E
proprio per dire “no” alla creatura, Amorisco ha organizzato,
ieri l’altro, una fiaccolata funebre – con tanto di marce
funebri della banda di Villafalletto – nell’ambito addirittura di
un lutto cittadino.
Un
centinaio i partecipanti, con scarsa rappresentanza della popolazione
locale e valligiana, ma con la partecipazione di amministratori che
hanno portato la solidarietà degli enti od organismi da loro
rappresentati.
Quasi
tutti hanno sfilato senza fiaccole e nastri neri.
Lui,
invece, il sindaco Amorisco, li portava eccome.
“Chiediamo
al Consiglio regionale del Piemonte – ha detto durante la
fiaccolata – di ravvedersi con un atto di giustizia verso la
montagna e i montanari. Signori consiglieri regionali – ha
arringato – annullate l’istituzione del parco naturale del
Monviso perché se non lo fate voi, faremo di tutto noi per farvelo
decadere a tutti gli effetti».
Chissà
se le sue parole serviranno a qualcosa…