Laureato in giurisprudenza, il bitontino Pasquale Natilla, 62 anni – sposato con l’amata Mada e padre di tre figli, Antonio, Annamaria e Luca, trasferitosi a Bologna nel 1993 – era responsabile dell’Unità clienti UnipolSai, all’interno della direzione Welfare e Vita. In precedenza, aveva ricoperto il ruolo di Responsabile di Welfare e Convenzioni nella Direzione del settore commerciale della stessa compagnia assicurativa, oltre ad aver guidato “Priamo”, il fondo pensioni riservato ai dipendenti del settore trasporti pubblici. Insomma, era un’eccellenza assoluta nel suo ambito lavorativo.
Così come – non avendo mai reciso i legami con la sua terra natia – era un punto di riferimento indiscusso per tutta la comunità della parrocchia di San Pasquale – Cristo Re Universale, che oggi piange affranta “un amico dolce e caro“.
Il consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Valentino Losito ha provato a spiegare il dolore suo e di tutti in un post commosso, ricordando un’altra tanto adorata quanto sfortunata “sorella”, Elvira Scaraggi: “”Veramente tu sei un Dio misterioso, Dio di Israele, salvatore”: con questi versetti del profeta Isaia, il 25 aprile di sedici anni fa, don Antonio Mattia, il nostro padre nella fede, ci tenne per mano e ci sostenne, nell’ora buia in cui la nostra cara amica Elvira Scaraggi, fu strappata con violenza alla vita, ai suoi cari, a tutti noi della Comunità di Cristo Re Universale.
Sono parole che ritornano in questa nuova ora di tenebra, di smarrimento e di lacrime, che ha strappato alla vita, ai suoi cari, a noi il caro Pasquale Natilla. Da tempo, con la sua famiglia, Mada e i ragazzi, lontano da Bitonto, ma sempre fortemente legato alla comunità in cui era cresciuto e che aveva contribuito a creare. Ogni Pasqua e Natale era tra noi, all’Eucaristia del ritorno, dell’abbraccio con lui, con il suo sorriso, mite e profondo.
Ha scritto Dietrich Bonhoeffer che “la nostra esistenza visibile corre via, come un sogno, o come una maledizione. Dominata dai demoni, impigliata nelle crisi, sommersa dalla colpa, essa è una vita morta. Percorre i suoi sentieri di tenebra. Ma tutto ciò è annullato da Dio. E’ morta, ma strappata da Dio alla morte. E’ perduta, ma salvata da lui. Così com’è, questa nostra vita, egli la innalza fino al suo maestoso nascondimento, così com’è, la glorifica facendola entrare nella sua gloria incommensurabile. La nostra esistenza visibile, così com’è, con le sue gioie e i suoi successi, con le sue pene, le sue preoccupazioni, le sue disobbedienze, ecco è là, in questo mondo nascosto di Dio. Santa, innocente e perfetta, grazie a Gesù Cristo è dinanzi agli occhi dell’Onnipotente, ora, domani, e per tutta l’eternità. E non c’è lacrima che sia pianta invano, non v’è sospiro che sia trascurato, non v’è dolore che sia disdegnato, non v’è gioia che vada perduta. Il mondo visibile passa, ma per grazia e misericordia, la grande bontà di Dio ricapitola la nostra vita, egli la glorifica a causa di Gesù Cristo, la costruisce nuova e buona in un mondo nascosto dove è abolita la frontiera di morte che si separa da Dio. La nostra vita vera è nascosta, ma essa è fondata solidamente per l’eternità e “quando Cristo, nostra vita, apparirà, allora voi apparirete con lui nella nostra gloria” (Col 3,4). A Dio, Pasquale“.
Il professor Vincenzo Robles lo ha voluto ricordare così: “La Comunità di Cristo Re Universale rimane silenziosa di fronte alla morte di uno dei propri fratelli che nel passato contribuì alla formazione di essa“.
L’artista e docente Peppino Fioriello ha ricordato la soave leggerezza dell’adolescenza condivisa con l’amico Pasquale, citando i versi pensosi di Lorenzo de’ Medici: “Quant’è bella giovinezza/che si fugge tuttavia!“…