A nessuno deve essere preclusa la
Scuola e, quindi, la Possibilità di Istruirsi, ma la Valutazione del grado di
Istruzione, da ciascuno studente, a qualsiasi stagione della sua vita, Raggiunto
o non raggiunto, Deve Rispondere a Criteri di Assoluta Obiettività.
Nella
Valutazione sono bandite forme di ributtante, beghina, codina compassione nei
riguardi di chi ha mostrato e mostra, reiteratamente, di rifiutare
l’Istruzione, la Cultura, per mirare, con atteggiamenti e comportamenti fedifraghi
nei confronti di Esse, a titoli che ufficializzino Abilità, Competenze, in
realtà, giammai, acquisite.
C’è un condominio di sessantamila abitanti a nord
di bari che accasa un noto pedagogista, secondo cui la scuola dell’obbligo
dovrebbe essere, inderogabilmente, orientativa.
Non rare volte, MI Sono Soffermato
a Riflettere: “Se la scuola dell’obbligo deve orientare verso un Viatico, un
Percorso di Studio o, perché no, di Lavoro, sarebbe, non Dico, Necessario,
“sed”, quanto meno, Igienico, che in
codesta scuola, dalla durata nell’italietta di ben otto anni, il Ventaglio o la
Forbice degli Insegnamenti fosse il più
Ampio e Rigoroso possibile. Senza distrazioni, senza “maternismi” o “papinismi”
di sorta da parte dei dirigentucoli scolastici e degli insegnantucoli; senza
atteggiamenti demagogici da conferenzieri della san vincenzo; senza i
filantropismi razzistici di coloro che ritengono gli adolescenti e i
preadolescenti, dalle masse provenienti (i figli di papà, se la scuola pubblica
non ha in cantiere la Serietà delle Competenze e delle Abilità, Le Acquisiranno
oltre o fuori la scuola grazie a “tutor” privati, orazianamente “plagosi”), non
portati al Sapere, all’Istruzione, ma solo bisognevoli dell’elemosina di un
diplomino. Ché essi possano aspirare all’ottenimento: di una licenza di
commercio di frutta e verdura; o di un posto di custode di cessi pubblici o, se
la famiglia di qualcuno di essi fosse in grado di agganciare qualche
maresciallaccio faccendiere, di un ingaggio in qualche contingente militare in
partenza per le tante inutili missioni di pace armata nei vari scenari di
guerra del mondo. Ove tante e tragiche sono le possibilità di essere,
irreversibilmente, feriti o di morire. Se codesta è la materia cambronniana che
riempie i crani della maggior parte degli operatori nella scuola dell’obbligo,
i giovincelli per otto anni più che Studiare dai corposi e costosi libri, che
alludono alle Discipline Curricolari, per gran parte del tempo scolastico sono
impegnati nella preparazione di cori, di zecchini d’oro, di squallidi
spettacoli teatrali in occasione delle numerosissime festività religiose
cattoliche, che con la scuola pubblica non dovrebbero avere niente da spartire,
in quanto l’italietta, secondo la sua Costituzione e i Dettami di Essa, ognora,
disattesi, dovrebbe essere una nazioncina laica.
Pertanto, nasce il bambinello,
muore, risorge: a iosa, cori, zecchini d’oro, sceneggiate, perfino, in teatro,
e papini, mammine, nonnini, nonnine felici, soddisfatti a “battere man con
elle”, illudendosi che i loro pargoli siano ugole talentose, attori, attrici da
coltivare. E le “Instituziones” delle, Ripeto, Discipline Curricolari, quando.
come Coltivate?
Sì da poter Forgiare un Obiettivo Giudizio, Capace di
Orientare ciascun ragazzo verso l’Area di Studi o di Lavoro in cui, durante gli
otto anni della scuola dell’obbligo, avrebbe Dimostrato di essere,
proficuamente, Vocato ? In conclusione, alla fine di ogni ciclo dell’obbligo
scolastico ciurme di analfabeti si iscrivono a casaccio nei vari indirizzi
delle scuole superiori, molti dei quali, dopo qualche mese di frequenza di
esse, si ritirano, andando ad ingrossare quella marea di putti e puttoni che
non studiano e non lavorano, perché un Mestiere, Uno di quei Nobili Mestieri
che, altrettanto, Nobilissimi Maestri Tramandavano con Amore, con Passione alle
Nuove Generazioni, S’Impara, facendo la
Gavetta da piccoli o piccolissimi (non inorridiscano i “radical – chic”) e non
a 15, a 16 anni, quando la mente e il corpo si sono atrofizzati nella lercia
accidia, approvata, se non favorita dalla famiglia e dalle altre agenzie
educative, quali la sacrestia, ad esempio, oltre che dalla scuola.
Risorse umane
e finanziarie, quindi, delittuosamente, disperse, se si tiene conto delle
Motivazioni, Utopiche, a Dire il Vero, per le quali fu Istituita la Scuola
Media Unica: Dare a tutti una Base Culturale che Potesse Formare Cittadini,
Informati della Sovranità, che la Costituzione Affidava al Popolo Italiano, che
Tale non Fu mai; che un’Entità, politicamente,
Etica non Fu mai, in quanto assemblato da individui che fecero e fanno, irresponsabilmente, numero; che, mai,
Costituirono e Costituiscono una Volontà, responsabilmente, Decisa al
Perseguimento del Bene Comune. Un lungo Prologo per Raccontare ciò che di
scandaloso (per le anime pie di sinistra, diciamo, colorate di rosso solo
quando analizzano i fatti e, secondo loro, i misfatti che avverrebbero nella
scuola o quando giustificano la, quasi, generale lazzaronite dei giovani, non
accorgendosi di allevare in certe zone, regioni dell’italietta i futuri
“militi” della criminalità organizzata con il loro pietismo di stampo
sessantottino) o ciò che, “contra”, di, altamente, Pedagogico è Avvenuto il 4 o
il 5 luglio 2016 all’inaugurazione di un parco giochi nella Città di Peppino Di
Vittorio e di Pinuccio Tatarella, cioè Cerignola (FG).
C’erano tutti, quando si
tratta di tagliare nastri: l’immancabile prete benedicente, qualche assessore, qualche
graduato o “grecato” ufficiale dei carabinieri o della guardia di finanza o
della polizia, ma, soprattutto, c’era il, linguisticamente, Pirotecnico Sindaco
di Cerignola, Avv. Franco Metta, a capo di una lista civica di centrodestra.
Destra, sinistra, però, non hanno niente a che fare con l’Uomo, come fra poco
Spiegherò, Spero, esaurientemente, per non apparire un sordido qualunquista. A
un certo punto dell’evento entra nel raggio di azione e di percezione del
Sindaco un bambino che con aria da predestinato a interpretare, nell’avanzare
della sua età primeva, il ruolo del “bullo”, con gioioso vanto gli comunica di
essere stato bocciato. Nei comunicati stampa non è precisata la classe di
frequenza del pargolo in questione. Qualche buontempone avrebbe commentato, commenterebbe l’atteggiamento da sbruffone
del piccolo ”fermato” (il politicamente corretto impone la sostituzione
ipocrita del participio passato di “bocciato” con il più caritatevole
“fermato”, come se l’annacquamento nominalistico potesse, possa addolcire le
responsabilità del pelandronetto per il suo fallimento scolastico, in quanto ad
ogni stagione della vita si è, si deve imparare ad essere responsabili di ciò
che si mette in opra, della famiglia, della scuola, della società intiera): ”Ma
è normale che il fantolo si sia sentito un “big”.
Infatti, in quale classe
italiettina, da oltre una cinquantina di anni, è successo, succede che uno
scolaro delle elementari sia stato, sia bocciato?”.
E’ vero! Tutto si fa “pro
forma”, ormai, nella scuola italiettina: si entra negli istituti scolastici,
dalla materna alla maturità, ”sed” è infrequente il Fare Lezione, o numerosi
sono i pretesti per non Fare Lezione; per “inguacchiare”(macchiare) scartoffie,
si fanno numerosi, inutili consigli di istituto, di docenti, di classe, per non
parlare degli scrutini, degli esami di quinta elementare, di terza media, di
maturità. A tutti gli approdi di fine anno scolastico, sia della scuola
dell’obbligo, che della secondaria di secondo grado, gli organi di
disinformazione cartacei, catodici, tronfianti e trionfanti, nunciano “todos
caballeros!”. Per tutto lo stivale la scuola italiettina, ogni anno, ammette il
99,9999999% dei candidati alla classe successiva o alla conquista di un
diploma, di una maturità; sicché un autentico “monstrum” la bocciatura del
bambino di Cerignola! Per riportare il mio Discorso alla Gravità della
Tragedia, IO MI Domando e Pongo la medesima Domanda ai miei 25 Lettori: ”Ma
quale dirigentucolo scolastico, quale sinedrio di insegnantucoli, Ripeto, nell’italietta intera, avrebbe preso, prenderebbe
la decisione così drastica di bocciare uno scolaro delle elementari, se non
avessero avuto, se non avessero un Altissimo Sentimento Etico del loro Stare
nella Scuola: Plasmare gli Uomini e le Donne del Domani, non gli elemosinati,
sin dalla tenera età, del domani?”.
Alla fine di un giorno di Scuola, di un
anno di Scuola, il Dovere Ineludibile di un Uomo o di una Donna, in Essa
Operanti, non è quello di autoassolverSi e di assolvere, ma quello di ValutarSi,
come Educatori e Docenti, e di Valutare l’Uomo o la Donna in “Fieri” che sta loro di fronte; se chi ha
il Dovere di Essere ”in Fieri”, non se la sente, non ascolta gli Incitamenti, i
Consigli, gli Ammonimenti a Mettersi in Cammino, deve essere, assolutamente,
“fermato” da una Comunità Scolastica Consapevole, però, di aver Messo in Atto
tutte le Strategie Pedagogiche, Didattiche per Metterlo in Cammino.
E’
innegabile che gli Insegnanti dello scolaro di Cerignola, pur avendo con Discernimento
Vagliato tutti gli incomodi, ai quali sarebbero andati incontro, (ispezioni,
reazioni, magari, sconsiderate dei genitori dello scolaro, la stampa di un
regime, a cui fa comodo una massa di ignoranti, ai quali dai suoi servi fa
regalare un diploma o una laurea dequalificati, per esorcizzare nelle classi,
che, storicamente, non hanno, mai, avuto voce, qualsiasi velleità di scalata
sociale), hanno Ritenuto che sarebbe stato contrario alla loro Deontologia
Professionale, se non avessero, dolorosamente,
Posizionato il “pollice verso” nei confronti di uno scolaro refrattario
ad ogni Sollecitazione all’Impegno Scolastico. Parecchi anni fa (la tv
trasmetteva, ancora, in bianco e nero) un Genitore fece ricorso alle autorità
scolastiche e amministrative per aver scoperto, a dire il vero in ritardo
(quindi, anch’Egli Si Assumeva una parte di colpa), che il figlio dopo 7 anni
di scuola dell’obbligo (frequentava, infatti, la classe seconda della scuola
media unica) non sapeva Leggere, Scrivere, Far di Conto, le Tre Finalità
Didattiche che Gramsci Assegnava alla scuola dell’obbligo. E, nonostante tutto,
era stato promosso, mentre il genitore pretendeva che ripetesse la seconda
media. Siffatto ricorso, anomalo, diventò un caso nazionale e molti programmi
televisivi si contesero il genitore, altrettanto, anomalo, per aver protestato
non contro la bocciatura del figlio, come, universalmente, nell’italietta tutti
coloro che hanno un figlio senza testa fanno, per familismo amorale, “sed”
contro la promozione del figlio. Ebbene, in una delle trasmissioni, che
ricordo, a cui era stato invitato, l’“Eretico”Affermò (Cito a braccio): ”Ho,
dopo l’incresciosa vicenda di mio figlio, avuto l’impressione, e la mia è molto
di più di un’impressione, che la gran parte degli insegnantucoli italiettini,
specie nella scuola dell’obbligo, con il
consenso dei loro presiducoli, promuovono, per toglierseli di torno, gli
scolari che li impegnerebbero, maggiormente, nel loro recupero. A parte il fatto che non sono proprio
sicuro che siano capaci di Tanto. Pertanto, consci delle loro scarse capacità
professionali che, in conseguenza di un ricorso, potrebbero rientrare nella
valutazione negativa di eventuali ispezioni, e per liberarsi della infante
zavorra umana, a loro dire, si danno
alle abbuffate di promozioni. I tapini non sanno che, pur, liberatisi di dieci
asini, altri cento scalpiteranno, in cerca di un diplomino, “a gratis”, davanti
all’uscio della scuola”.
E così anno dopo anno le nostre istituzioni,
all’unisono con il decadimento culturale che si è consumato, si consuma nella
scuola italiettina, si sono riempite di mezze scartoffie, non sorde agli
“input” corruttivi e pronti a mettere le mani nella marmellata del pubblico
denaro. Scioccato, turbato, sconvolto dall’improntitudine del bambino, l’Avv.
Metta, Sindaco di Cerignola, ha, giustamente, Ritenuto di Usare quella che IO
Chiamo la “Paideia della Traumatizzazione” e ha Investito il suo piccolo
interlocutore (che un pennivendolo ha definito ”nello stato psicologico di
fragilità, non essendo riuscito a superare l’anno scolastico”) con siffatte colorite
rampogne (Trascrivo da un comunicato stampa): “Lo stupido che sei. Non ti devi fare
bocciare, scemo… hai detto con la contentezza, mi hanno bocciato. La stronzo
che sei. Alla scuola si studia, altrimenti resti sempre un trimone (tipica
espressione dialettale pugliese che, letteralmente, definisce la masturbazione maschile, per traslato
caratterizza l’uomo buono a nulla)…”. Non il timore di vedere un figlio
perdersi nei molteplici, pericolosi meandri del fallimento (“i nostri figli”, costante,
invece, cura di renzi e dei renzetti, ascesi agli scranni della sindacalità locale:
ad esempio, del capo del condominio, menzionato nell’ ”incipit” di questo
Scritto, tra l’altro, indefessamente, assieme al suo “fido”, patologicamente,
con l’assillo di organizzare “circenses”, mentre le strade di accesso al
condominio, e non solo quelle, si riempiono di pericolose buche) ha Spinto il
Sindaco di Cerignola alla romanzina pepata nei confronti del piccolo, che davanti a Lui si era vantato
di essere stato bocciato, Ripeto, unico scolaro delle elementari nell’italietta
a subire l’onta della bocciatura.
Nella sua Singolare Irritazione, certamente,
non da tutti (non è il colore del fiore all’occhiello, “sed” il Calore di un
Cuore “Dis”umano che Connota Chi nelle Istituzioni Deve, scrupolosamente,
Decidere del Destino di migliaia o di milioni di uomini): i più Disattenti a ciò che succede fuori della
famiglia di appartenenza (a napoli sono soliti bofonchiare: ”chi mo’ fa fa’ ”),
il Sindaco Metta ha avuto la Chiara Visione che quel bambino sarebbe stato, in
futuro un Cittadino in meno nella sua Comunità e, forse, un “bravo” manzoniano
o un gaglioffo in più, da aggiungersi ad altri “bravi” e gaglioffi, già, in
esercizio a Cerignola. E Spero che Egli Mantenga la Promessa, davanti a tutti
Proclamata in questi termini perentori: “Quando ricomincia la scuola voglio
sapere che ci vai e che studi, altrimenti vengo a casa tua e ti vengo a
spezzare le gambe”. Metaforicamente, ovviamente! Finalmente, quale, quanta Virilità
Pedagogica e un Linguaggio Icastico nel Ricordarci che “E – Ducare” Significa
“Tirare fuori” che non è, mai, un’Operazione indolore, sia per l’Educatore che
per l’Educando.