“Il vento non spezza un albero che sa piegarsi” e, quando il vento cessa di soffiare, l’albero può trasformarsi e generare nuovi frutti.
Gli eventi traumatici, come la perdita di una persona cara, sconvolgono e modificano la nostra visione del mondo, le nostre opinioni, la nostra identità e le nostre abilità di immaginare obiettivi futuri. Si può fare molto in fretta a morire come certe farfalle, o molto tardi come gli elefanti. Quando muore un bambino, quando muore un nonno, il grande problema è sempre il dolore di chi resta…
Negli ultimi 20 anni, alcuni psicologi hanno iniziato a studiare il processo di crescita post-traumatica, osservato in più di 300 studi. La crescita dopo un trauma può assumere forme diverse, inclusi una maggiore riconoscenza verso la vita, l’individuazione di nuove possibilità per la propria esistenza, relazioni interpersonali più gratificanti, una vita spirituale più ricca e una connessione con qualcosa di più grande, un senso di forza interiore.
Una perdita può tradursi in una crescita creativa. Ovviamente è importante notare che il trauma non è necessario né sufficiente alla creatività. Le esperienze traumatiche sono sempre tragiche e psicologicamente devastanti, a prescindere dal tipo di crescita creativa che ne consegue.
Il fenomeno dell’arte nata dalla avversità è rintracciabile nella vita di famosi artisti. Le opere di Frida Kahlo sono l’emblema della possibilità di comunicare il dolore trasformandolo in arte, in “bellezza”.
“L’ALBERO DELLA VITA”, l’installazione artistica interattiva realizzata dall’Associazione di promozione sociale “IO SONO MIA”, rappresenta la celebrazione di un’eredità che la stessa pittrice messicana ha voluto lasciare a tutte le donne e a tutti gli uomini: la fragilità è una condizione che accomuna tutti gli esseri umani. Solo affrontandola è possibile trasformarla in forza e rimanere in piedi in nome dell’amore per la vita.
Per affrontare questo tema siamo partiti dalla radice: l’attaccamento alla vita di una giovane madre e di sua figlia.
E su questo tema continueremo a lavorare con costanza e impegno.
L’installazione è interattiva. Per essere “completata” ha bisogno del contributo di tutti. Così come il contrasto alla violenza di genere è responsabilità di ognuno di noi.
Dal 2 novembre, chiunque lo desideri potrà contribuire a riempire di “frutti” l’albero della vita.
Il 3 novembre è previsto un momento di riflessione alle ore 20.
In Ricordo di Mariagrazia Cutrone, vittima di femminicidio. All’interno della VIII edizione de IL GIORNO DEI MORTI PER CELEBRARE LA VITA.
Foto di Francesco Pio Naglieri