Si è svolto ieri mattina, nell’aula bunker del Tribunale di Bitonto, l’incidente probatorio (previsto e disciplinato dall’art. 392 c.p.p.) a carico del 24enne Michele Sabba e del 38enne Rocco Papaleo.
I due sarebbero stati gli autori materiali dello scontro a fuoco del 30 dicembre ed uccisero per errore l’incolpevole 84enne Anna Rosa Tarantino.
Il 17 marzo, giorno dell’arresto, furono contestati i reati di omicidio, tentato omicidio, spari in luogo pubblico, detenzione e porto abusivo di armi, aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso (previsto dall’art.7 D.L. 13 maggio 1991 n.152, convertito in Legge 12 luglio 1991 n.203).
All’arresto si arrivò anche grazie alle preziose testimonianze del 34enne Vito Antonio Tarullo (leggi qui: https://bit.ly/2Hay6Pr).
Il 12 aprile scorso i due killer si sono pentiti (leggi qui: https://bit.ly/2qpTF40) diventando di fatto collaboratori di giustizia.
Durante il dibattimento a cui erano presenti i due Pm Ettore Cardinali e Marco D’Agostino, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Giovanni Anglana, e i legali, a Sabba e Papaleo è stato chiesto di chiarire se effettivamente, la mattina del 30 dicembre, l’imputato Alessandro d’Elia fosse davvero giunto a portare l’ordine – ricevuto dal capo del gruppo criminale, il 48enne Domenico Conte (arrestato il 27 maggio scorso dopo la latitanza: https://bit.ly/2GVf3og), accusato di essere il mandante dell’omicidio – di sparare “Chiunque fosse capitato a tiro” del clan avverso.
Sia Sabba che Papaleo hanno confermato la veridicità dei fatti.
Durante l’udienza, in ultimo, è stata avanzata la richiesta di acquisire i verbali degli interrogatori.
La sicurezza nei dintorni del tribunale è stata garantita da una presenza massiccia di agenti della Polizia di Stato e dei Carabinieri.