La droga è diventata – da un bel po’ di tempo a questa parte – il cancro della nostra città. È cresciuto piano, in maniera silenziosa, si è organizzato ed ha intaccato tante cellule, distribuendosi equamente nel corpo cittadino. E mentre c’è da una parte qualcuno che cerca di debellare il male con terapie e sostegni, dall’altra continuano ad esistere ragazzi che fanno uso di sostanze alimentando il mercato illecito.
L’Istituto d’istruzione secondaria superiore “Volta – De Gemmis”, scuola polo per la legalità, guidato dalla dirigente Giovanna Palmulli, in collaborazione con la Polizia di Stato, ha organizzato il seminario “Fatti di Salute, scegliendo la Libertà“, volto a promuovere la conoscenza dei principali aspetti scientifici e normativi legati all’utilizzo delle sostanze stupefacenti. L’evento è stato curato da studenti e docenti del corso serale per adulti e ha chiuso il ciclo annuale 2017/18 dei “Seminari sotto le stelle” che il corso propone anche alla cittadinanza su temi di carattere sociale.
«È positivo vedere due istituzioni come Scuola e Polizia “scendere in campo” per mettere in guardia gli studenti sui pericoli derivanti dal consumo di sostanze – ha dichiarato il sindaco Abbaticchio -. Quasi sempre si inizia per “gioco”, proprio perché si ignorano i danni provocati, ma sono certo ci sono anche tanti giovani che scelgono di non entrane nel tunnel della dipendenza. Bisogna difendere la propria libertà da ciò che rende schiavi e fare, quindi, la scelta giusta».
All’incontro, moderato dal prof. Francesco Mundo, hanno partecipato la dott.ssa Francesca Pia Seccia, Vice Questore, dirigente Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica per Puglia e Basilicata, la dott.ssa Federica Bartoli, direttore Tecnico Principale Chimico della Polizia di Stato – Bari e il Vice Questore aggiunto della Polizia di Stato del Commissariato di Bitonto Fabrizio Gargiulo.
«L’uso e il consumo di sostanze oltre ai numerosi danni fisici, crea danni anche all’ambiente e al tessuto sociale che vi trovate a vivere – spiega il dott. Gargiulo -. Distorce l’economia lecita, provoca danni alla salute pubblica, fa aumentare i reati predatori e darà modo alla criminalità di creare un indotto per cui doversi addirittura dividere la città a suon di colpi d’arma da fuoco. Questo può portare, in maniera irreversibile, alla morte di persone innocenti, come è accaduto lo scorso 30 dicembre. In altre parole, si degrada un intero territorio».
Come si distinguono i reati? È l’articolo 73 del Dpr 309/90 a dire che chiunque “coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede o riceve a qualsiasi titolo, distribuisce, commercia, acquista, trasporta, esporta, importa, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito, consegna per qualunque scopo o comunque illecitamente detiene, fuori dalle ipotesi previste dall’art. 75, sostanze stupefacenti o psicotrope di cui alle tabelle I e III previste dall’art. 14”, è punito con la pena di reclusione da otto a venti anni e la multa da € 25.822 a € 258.228”.
Ma non va meglio a chi viene fermato con un quantitativo seppur minimo di “droghe leggere” (Art. 75 – Dpr 309/90) a cui può essere sospesa la patente di guida, della licenza di porto d’armi, del passaporto, del permesso di soggiorno o il divieto di conseguirli, senza contare tutto il programma terapeutico e socio-riabilitativo (Art. 122 dello stesso Dpr).
«Può sembrare banale, ma della vostra vita resta traccia – conclude il Vice Questore aggiunto -: rimarrà tutto lì per un eventuale concorso pubblico. Il danno si amplia anche sulla vostra famiglia, qualora fossero in possesso di un porto d’armi (ad esempio), o in un successivo controllo le Forze dell’Ordine saranno sicuramente più tassativi nei vostri confronti».
Insomma, farsi beccare non conviene proprio a nessuno. Non comprarla fa bene davvero a tutti.