Mai come in questo giorno si respira la gioia della festa sin dalle prime luci dell’alba.
Nell’azzurrino del cielo che comincia a splendere a est, i profumi dei forni animano il cuore. Il pane della Madonna, un tarallo di massa impastata con i semi di finocchio, s’indora vicino al fuoco e sarà il conforto del digiuno di mezzodì, in cui ci si chiude lo stomaco con il pane della devozione mentre ferve la preghiera a Lei che ha questa città, Bitonto, nel manto, come una Vierge Ouvrant, capace di comprenderne i contrasti, accoglierne le colpe ed esaltarne le bellezze che commuovono a volte e sospendono il fiato.
La Vigilia più grande è questa dell’attesa, che ci concentra sulle miriadi di gestazioni di cui potremmo avere cura, che dà il via al tempo vero della festa, delle luci che possono splendere per accogliere il tempo nuovo che verrà con la nascita del bambino Dio, sole del mondo.
Mentre Lei, silenziosa e pietosa con i piedi a governare la luna e i misteri dell’interiorità, ci tocca il cuore con uno sguardo, ci ricorda chi siamo, tutti fratelli perchè figli dell’unica Madre, quindi tutti responsabili della serenità del prossimo nel nostro raggio.
Ci parla senza parole, com’è giusto che sia, dell’Amore e della sua generosità e arriva all’Anima di ciascuno, che è quel luogo sacro in cui il Suo esempio di Madre capace di attraversare la notte, il travaglio, gli attacchi della cultura dominante, proteggendo e incoraggiando il Figlio dell’Uomo e di Dio, splende.
Ed è vera festa.