DI FRANCESCA MORRELLI
Che nel corso della vita il nostro corpo cambi in forma e dimensioni ad eccezione degli occhi che restano sempre gli stessi, è inverato magicamente da Andrea Balestri: i suoi occhi sono hanno la stessa luce e lo stesso brillio di quel bambino scelto tra tremila da Luigi Comencini per far commuovere intere generazioni.
E così, sabato sera sul palcoscenico dell’Auditorium De Gennaro della Basilica dei Santi Medici il sipario si è alzato sul romanzo più letto dopo la Bibbia, “Pinocchio” di Carlo Lorenzini, in arte Collodi, a cinquantatré anni dalla messa in onda dell’omonimo sceneggiato che vide interpreti Nino Manfredi, Gina Lollobrigida, Vittorio de Sica e la coppia Franco&Ciccio.
Il bambino, non più bambino, Andrea Balestri, con la sua piccola compagnia teatrale, porta in giro per l’Italia lo spettacolo ‘Pinocchio, 50 anni dopo’ fatto di curiosità sul burattino – che poi si scopre avere anche delle ‘controfigure’ – di Carlo Rambaldi, sulla la balena, capolavoro di meccanica, sui retroscena con gli attori – le pause divertenti con la famosa coppia comica, il rapporto paterno con il regista, quello più che conflittuale con ‘la Lollo’- e ripercorre i luoghi, il lavoro della troupe e dei tecnici, i trucchi di scena, il backstage, ma soprattutto le emozioni di quel bambino.
In tutto, incorniciato dalle meravigliose danze del corpo di ballo di Clelia Caiati e dall’efficiente organizzazione di Vito Plantamura, Presidente dell’Associazione “Angeli senza Frontiere”.
Andrea, quanto è rimasto in te di quel Pinocchio?
“La sincerità, la spontaneità. Io non recitavo, non sapevo farlo. Io ero così, oltre la camera come nella vita”, mentre una lacrima gli scende ricordando il regista che gli ha cambiato la vita “nelle pause, giocava con me, ci volevamo bene. Ero il figlio maschio che non aveva avuto. Lui, per me, un padre, anche se spesso avevo il mio sul set. Non lo dimenticherò mai”.
E noi, invece, difficilmente dimenticheremo le emozioni del piccolo Andrea e la sua simpatia, firmata da un inconfondibile accento toscano.