“Il Maria Cristina di Savoia? È sovraffollato”. E le carte arrivano in procura.
La denuncia arriva da Giuseppe Brescia, parlamentare del Movimento 5 stelle nonché vicepresidente della Commissione d’inchiesta sui Centri di accoglienza straordinaria, i Cas.
Secondo le stime, infatti, il Maria Cristina di Savoia dovrebbe ospitare “soltanto” immigrati, ma in realtà ne conta più di 100.
Il problema – risollevato nei giorni scorsi dai giornali locali – in realtà scoppia già in estate, dopo un sopralluogo effettuato nella struttura proprio dai grillini (http://bit.ly/2xf0CHU)
In realtà, però, il sovraffollamento riguarderebbe tutti i 17 Centri di accoglienza straordinaria della ex Provincia, attrezzati per 896 persone, nei quali risulterebbero presenti 1434 migranti, cioè 538 in più rispetto al previsto.
Ma quello bitontino sarebbe messo peggio di tutti, e “si presentano – scriveva all’epoca Brescia – gravi inadempienze e anomalie nella registrazione delle presenze nonché criticità igienico-sanitarie nella struttura”. E la richiesta di accesso agli atti in Prefettura ha avuto “una risposta parziale e incompleta”.
Aperto a marzo 2016, e affidato proprio dalla Prefettura barese alla cooperativa tarantina “Costruiamo insieme”, il Cas di Bitonto ospita uomini, donne e richiedenti asilo in arrivo dall’Africa, ma molti di più di quelli che potrebbe ospitare. In realtà, qualche anomalia è stata riscontrata anche da un successivo controllo dell’Asl e dai carabinieri dei Nas, che però – fa sapere il deputato pentastellato – pur avendo trovato più di qualche elemento di anomalia, avrebbero giustificato il tutto come situazione di sovraffollamento diffuso.
E, visto il continuo silenzio che arriva dal prefetto del capoluogo pugliese Marilisa Magno, Giuseppe Brescia ha sollecitato dapprima il ministro dell’Interno Marco Minniti e quindi scritto alla procura, sottolineando ancora una volta che è “evidente che c’è qualcosa che non funzioni nel meccanismo pugliese dal momento che, altrove come ad esempio in provincia di Avellino, sono stati apposti i sigilli alle strutture che non rispettavano la normativa. Ho dunque presentato un esposto ufficiale presso la Procura della Repubblica affinché si apra un fascicolo d’indagine sulla intera vicenda e tutti i responsabili, compresi coloro che si sono resi protagonisti di condotte omissive, vengano individuati. Non possiamo costantemente piangere lacrime di coccodrillo quando, a causa delle inaccettabili condizioni di vita in questi centri, ci scappa il morto”.