È stato approvato ieri, nell’ultima seduta del consiglio comunale, il bilancio consolidato 2016. Una seduta approvata d’urgenza per approvare quello che è una delle novità imposte dal decreto legislativo 118 del 2011 e discusso per la prima volta a Bitonto.
La redazione del bilancio consolidato per gli enti locali, come spiega la nota illustrativa, nasce dalla necessità del governo centrale di conoscere e tenere sotto controllo la spesa pubblica nel suo complesso, per ricostruire i flussi delle risorse finanziarie e valutarne l’efficacia: «Deve quindi riguardare tutte le iniziative dell’ente, comprese quelle poste in essere da altri soggetti giuridici, quali gli organismi partecipati. L’accentuarsi del fenomeno dell’affidamento dei servizi comunali a soggetti terzi, attraverso società, spesso a partecipazione pubblica e a volte di intera proprietà dell’ente locale, induce a esplorare e definire le modalità di rappresentazione dei dati di bilancio di queste gestioni che, diversamente, sfuggirebbero ad una valutazione unitaria. Il bilancio consolidato può essere quindi definito come strumento per la conoscenza e l’elaborazione di informazioni e risultati, finalizzato a orientare la pianificazione e la programmazione del “Gruppo” (che si esprime con il Documento Unico di Programmazione e con il bilancio di previsione)».
È uno strumento, quindi, che serve ad avere una visione chiara e complessiva sulla gestione consolidata di enti ed organismi strumentali, aziende, società controllate e partecipate, a garantire maggior trasparenza e una migliore efficienza nella programmazione e nella ricostruzione dei costi dei servizi offerti. L’obiettivo del legislatore è quello, dunque, di dare agli enti locali una maggiore possibilità di controllo sull’attività delle imprese partecipate e controllate.
Ad aprire la discussione è l’assessore al Bilancio Domenico Nacci, spiegando che non tutte le partecipate sono state inserite nella relazione in quanto alcune delle partecipazioni sono da ritenersi irrilevanti ai fini della normativa introdotta dal suddetto decreto legislativo: «Rientra la Asv s.p.a e in realtà non rientrerebbe, per rilevanza, la Sanb s.p.a. Tuttavia con la relativa delibera di giunta 2016 si è stabilito di farla rientrare nel bilancio consolidato per l’importanza strategica che la stessa riveste».
«Il risultato economico dell’esercizio 2016 che vien fuori – continua Nacci – è negativo, così come evidenziato dai revisori dei conti. Dato che va attenzionato senza dubbio. Per l’ennesima volta i revisori hanno sottolineato questa carenza e non si può più andare lungo questo percorso. Da lunedì agiremo di conseguenza».
Toni molto accesi hanno contraddistinto la seduta del consesso. A dividere maggioranza e opposizione il metodo da seguire per le interrogazioni alla giunta e ai responsabili degli uffici presenti in aula. Se da un lato Nacci si rende disponibile a rispondere alle domande rivolte a lui, dall’altro la maggioranza mostra disaccordo sul metodo “domanda e risposta”, che rischierebbe di non garantire ordine nella discussione. Un confronto che culmina in una sospensione per far sì che i consiglieri si accordino tra loro a tal proposito. Ad interrogare l’assessore Nacci è Michele Daucelli (Insieme per la città) che chiede di illustrare il bilancio nelle voci e nei dati che lo compongono e i criteri seguiti per la redazione, «anche per capire, materialmente, dove sta andando l’amministrazione. Dal bilancio comunale e dal bilancio delle partecipate si capisce se ci sono delle criticità e se si sta osservando il mandato».
«I dati sono presi dal rendiconto 2016 approvato il 5 settembre scorso e dai bilanci approvati dalle due consolidate. È una fotografia del 2016. I criteri utilizzati sono quelli indicati nel testo unico» è la risposta di Nacci.
L’assessore, poi, rispondendo a Dino Ciminiello (M5s), che chiede come il comune intenda agire nei confronti delle morosità e delle inefficienze sottolineate dai revisori dei conti, annuncia: «Lunedì mattina incontreremo il responsabile del Servizio Tributi, Patrimonio e Ragioneria dell’Agenzia delle Entrate di Puglia e Basilicata. L’ente deve mettere assolutamente in atto una strategia di recupero almeno del 2012, prima che intervengano la decadenza e la prescrizione per quell’anno. Sono in atto delle valutazioni per creare un lavoro serio e duraturo, non sporadico».
«Speravo di non sentire questa risposta» continua Ciminiello: «Praticamente stiamo chiedendo di attivare una convenzione con l’Agenzia delle Entrate per inviare gli atti di giunzione verso i cittadini morosi, mentre nel luglio 2016 il sindaco aveva annunciato di aver messo a bando di gara la fornitura di un sistema informatico web per la gestione diretta della riscossione spontanea e coattiva. Abbiamo la possibilità di farlo noi direttamente, attraverso questo servizio di 290 mila euro all’anno per cinque anni, con un totale di 1 milione e 250 mila euro».
«La convenzione ha dei costi per il cittadino?» è la domanda del pentastellato, che chiede come mai l’amministrazione non sia andata incontro al cittadino attraverso lo strumento della rottamazione delle cartelle esattoriali, strumento che permette ai contribuenti morosi di pagare solo le somme iscritte a ruolo a titolo di capitale, di interessi legali e di remunerazione del servizio di riscossione, in cinque rate sulle quali dal 1°agosto 2017 sono dovuti interessi al tasso del 4,5% annuo. Non sono dovute dunque le sanzioni, gli interessi di mora e le sanzioni e somme aggiuntive gravanti su crediti previdenziali.
Nacci risponde che il termine per la rottamazione era luglio, mese in cui la giunta non era ancora formata, e aggiunge di non voler stipulare convenzioni con nessuno lunedì mattina, in quanto è qualcosa che dovrebbe passare attraverso il consiglio comunale: «Non sono nelle condizioni. Quello che voglio fare lunedì è incontrare il responsabile dell’Agenzia delle Entrate per capire come recuperare le somme del 2012».
A non convincere Ciminiello è anche il costo: «Lo stesso servizio viene offerto a molto meno in altri comuni, come ad esempio a Taranto, dove è offerto a 40 mila euro».
Osservazioni che provocano l’intervento del segretario generale Salvatore Bonasia, che invita il consigliere a non confondere le idee: «Un conto è un bando comunitario pluriennale con una serie di servizi, un conto è una gara temporanea per pochi mesi per una dimensione inferiore di servizi. Confondere le idee è scorretto. Bisogna valutare il bando di gara, i servizi offerti. È impensabile che il Comune di Taranto, che ha un numero di cittadini molto superiore di Bitonto, possa espletare lo stesso servizio, con la stessa durata, per una cifra irrisoria. Evitiamo generalizzazioni ed eccessive semplificazioni, soprattutto nel comune di Bitonto che è ancora segnato dalla gestione Cerin, e non mettiamo in dubbio quel che la magistratura non mette in dubbio, cioè la legittimità di una gara comunitaria. Non permetto che si parli in toni da bar dello sport di procedure complesse, ampiamente e costantemente monitorate. È iperlegittimo, da parte del comune, il voler ottimizzare il recupero dell’evasione fiscale potenziando i suoi strumenti. Stiamo parlando di perseguire evasori fiscali, non cittadini contribuenti».
Dello stesso parere il sindaco Michele Abbaticchio, che invita a non sparare cifre senza indicare criteri, parametri indicati nei documenti: «La scelta di internalizzare il servizio è in direzione contraria rispetto ad una consuetudine di affidarne la gestione all’esterno. Ora stiamo valutando la possibilità di incrementare l’attività di riscossione non perché c’è una valutazione di merito politico, ma perché c’è una serie di indicatori che ci chiedono di rinforzare questa funzione. Lo stiamo facendo con l’Agenzia delle Entrate, non con un ente di altra tipologia, perché lì ci sono uffici che ci possono dare una mano con il recupero del 2012».