Tempo di bilanci per il comitato Zona Artigianale che, in un incontro tra i suoi membri tenutosi lunedì, ha discusso dei risultati raggiunti in questi anni e degli obiettivi ancora da raggiungere per rendere più appetibile e più viva una zona spesso abbandonata, mai partita come vera e propria zona artigianale, dove spesso i progetti pensati dalle varie amministrazioni comunali sono naufragati.
Tra gli obiettivi che, secondo il presidente del comitato Vincenzo Marinelli, sono stati raggiunti ci sono in primis quelli relativi alla sicurezza della zona che si estende verso Giovinazzo e Molfetta, con l’installazione di telecamere, di cui alcune intelligenti, in grado cioè di leggere le targhe e verificare eventuali veicoli rubati grazie al collegamento con la Polizia Municipale: «L’obiettivo è quasi raggiunto. Mancano alcuni accorgimenti che si concluderanno entro febbraio».
Altro obiettivo su cui il comitato si è impegnato è l’installazione di fototrappole, telecamere in grado di scovare chi si reca nella zona per abbandonare in modo illecito rifiuti lungo le vie di campagna. Un fenomeno purtroppo duro da combattere, che spesso vede coinvolti cittadini dei paesi limitrofi che, allergici alle regole del sistema di raccolta porta a porta in vigore, decidono di abbandonare i loro bustoni in agro bitontino. O vede coinvolti cittadini che, dopo lavori edili, che vi sversano materiale di risulta.
«Alcune sono già state installate. Una è stata pure rubata. Altre saranno montate a breve» ha continuato Marinelli. Sulla questione è anche intervenuto Vincenzo Castellano, amministratore dell’Asv, che, confermando il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti da parte di non bitontini, ha annunciato che anche l’Azienda Servizi Vari ha voluto contribuire acquistando dieci fotocamere (non solo, ovviamente, per la zona artigianale).
Castellano ha anche confermato quanto detto da Marinelli riguardo i vari dialoghi per spingere verso l’incentivazione della raccolta differenziata nelle aziende presenti nell’area: «Quando si inizierà con il “porta a porta», saranno eliminati tutti i bidoni e si farà un censimento di tutte le aziende e le abitazioni, per distribuire i mastelli microchippati».
«Questo non significa che, sin da subito, il fenomeno dell’abbandono selvaggio dei rifiuti svanirà. Anzi i primi mesi saranno una tragedia. Poi i cittadini si abitueranno, ma solo se si andrà a mettere le mani nei loro portafogli a suon di multe» ha aggiunto, ricordando il servizio gratuito di ritiro dei rifiuti ingombranti che purtroppo molta gente continua ad ignorare.
Un altro traguardo raggiunto, per Marinelli, è il rifacimento del manto stradale, già avviato in alcune strade della zona, mentre sono in corso confronti con la Polizia Municipale per spingere verso il rifacimento della segnaletica orizzontale e verticale, tema molto sentito dai presenti che tra i disservizi denunciati hanno sottolineato proprio lo stato delle strade, insieme al ponte sulla strada provinciale 231, ancora in costruzione.
«I lavori stanno andando avanti – riferiscono i membri del comitato – ma se dovessero andare troppo per le lunghe non è detto che useremo sempre le buone»
Altro tema su cui il comitato Zona Artigianale è sensibile è l’Appea, il piano per le Aree Produttive Paesaggisticamente ed Ecologicamente Attrezzate, promosso prima dall’ex assessore all’Urbanistica Nicola Parisi e poi da Federica Florio, successore a Parisi nella seconda giunta Abbaticchio. Per i presenti l’Appea, strumento per la riconversione di aree industriali abbandonate e semiabbandonate, è utile per bypassare alcuni dei vincoli che hanno finora bloccato la vendita di lotti. Proprio ieri, a Palazzo Gentile si è parlato di questo alla presenza dell’assessore, secondo cui l’Appea dovrebbe dare nuova linfa alla Zona artigianale, che si prepara ad abbracciare il Centro tecnologico e potrebbe persino essere collegata giuridicamente alla Zona Asi in un prossimo futuro.
Del progetto Marinelli ha auspicato la possibilità di frazionare i lotti, di affittarli, destinarli ad altre attività, fermi restando vincoli volti a non snaturare la funzione dell’area che deve restare artigianale e non residenziale. Marinelli ha anche auspicato la possibilità, tra le aziende presenti, di consorziarsi, per avere accesso a fondi e finanziamenti e provvedere autonomamente a servizi di cui la zona ha bisogno.
Dal presidente del comitato è anche giunta la notizia della volontà di costruire una cappelletta nella zona di Sant’Aneta, dove un tempo c’era l’omonima chiesetta rurale, purtroppo abbattuta anni fa. Il terreno è oggi ancora sotto sequestro per quella demolizione. Ma, a detta di Marinelli, il comitato avrebbe già parlato con la Soprintendenza.
«Tutto ciò ha l’obiettivo di rendere più viva e più appetibile questa zona, anche per imprenditori non bitontini» ha concluso Marinelli, raccogliendo l’invito di molti dei presenti a restare uniti per spingere verso questi obiettivi l’amministrazione comunale.