Questa mattina un nostro concittadino è stato svegliato dalla Polizia che ha suonato al suo campanello.
“Forse hanno provato a rubarle l’auto”.
Poche lapidarie parole per mandare in panico chiunque. E non tanto per la macchina, che alla fine un bene materiale è e resta, quanto per i danni che ci si trova a dover pagare dopo.
Quando ci si ritrova il finestrino mandato in frantumi, i vetri ovunque, il cruscotto smontato e posato sul sedile, i fili tirati fuori, e si moltiplicano le spese tra carrozziere ed elettrauto.
Perché il o i malviventi hanno provato a portarla via l’auto smontandola del tutto, trascinandola per un po’ e poi chissà perché l’hanno lasciata al centro strada. Come se niente fosse.
Ora la trafila è sempre la stessa. Si prova a vedere chi è stato: se è stato maldestro e magari ha lasciato qualche impronta, se spaccando il vetro ha lasciato un po’ di sangue e Dna, se da qualche telecamera si riconoscono abiti, movimenti e dettagli. Magari la Polizia si spacca la schiena per riconoscerlo, lo ferma prendendosi morti e stramorti… e il fascicolo, probabilmente, rimarrà per chissà quanto sulla scrivania della Procura che ha da occuparsi di cose ben più gravi.
Il copione? È sempre lo stesso. E i ladri lo sanno.