Quaranta ferite, tra volto, torace, addome, arti superiori e mani, che la vittima avrebbe posto dinanzi a sé nel tentativo di difendersi dall’azione omicidiaria “fredda e lucida” del marito. Per il medico legale, sarebbero stati quaranta i colpi di forbici che il 75enne Vincenzo Visaggi avrebbe inferto sulla moglie Lucia Chiapperini.
“Cruenta”, come la definisce il gip Antonella Cafagna, l’aggressione che la 74enne avrebbe subito venerdì scorso nella sua casa a Mariotto, in cui era appena rientrata.
Come raccontato dai figli, i coniugi litigavano spesso per questioni economiche e, dopo essere stata minacciata con un coltello, la donna si era trasferita a casa della figlia. Quel giorno però era tornata per evitare che il marito, come annunciato telefonicamente, si suicidasse. Una volta lì, però sarebbe stata accolta da insulti e colpi di forbici, che Visaggi con un “non comune accanimento” avrebbe continuato ad infliggere nonostante le richieste d’aiuto della vittima, che implorava di fermarsi.
Non avrebbe mostrato “alcun rimorso” neanche “vedendola esanime sul pavimento – secondo il giudice -; al contrario, aveva continuato a dolersi delle presunte infedeltà coniugali, inveendo senza pietà contro il corpo ormai privo di vita dell’anziana moglie”.
L’uomo avrebbe raccontato, infatti, al pm Angela Maria Morea di aver ucciso Lucia perché “depresso” e convinto, sulla base di presunti test del dna, di “non essere il padre” dei suoi figli, che si erano completamente distaccati da lui.
L’aggressione, per cui il gip ravvisa “spropositata violenza, sicuro accanimento e una probabile sovrabbondanza di gesti lesivi rispetto a quanto sarebbe stato necessario”, potrebbe non essere stata inoltre “frutto di impeto o comunque di una determinazione istintiva”. Non è escluso infatti che il 75enne abbia attirato la moglie in casa con il preciso intento di ucciderla.
Aggravanti di crudeltà e premeditazione su cui ora la Procura sarà chiamata a fare le proprie valutazioni.
Nel frattempo, Visaggi resterà in carcere. Secondo il magistrato, c’è il pericolo che possa commettere altri “reati della stessa indole, per finalità punitive o di ulteriore vendetta a danno della restante parte della famiglia”.