Il governatore pugliese Michele Emiliano lancia l’allarme sui dispositivi di protezione di medici e infermieri e dei ventilatori polmonari, che mancano negli ospedali e rischiano di aggravare l’epidemia. E chiede al neo commissario straordinario del Governo, Domenico Arcuri di provvedere «con urgenza», senza rimpalli di competenze. Il fronte dell’epidemia si sta spostando a Sud. “Temo la mancanza di mascherine, occhiali e tute per salvare il personale sanitario, ma soprattutto di 225 ventilatori polmonari che mancano”, ha dichiarato Emiliano sulle colonne de La Stampa di Torino. “La fornitura di questi materiali – ha continuato il governatore – è riservata esclusivamente al governo attraverso la Protezione civile e il commissario Arcuri: è lui che deve procurare a tutta l’Italia questi materiali con grande urgenza”. A disposizione della Puglia ci sono nove strutture sanitarie – sei pubbliche, due case di cura e un ente ecclesiastico –con 32 unità di terapia intensiva, ma lo scenario riguarderebbe 2000 contagiati con una esigenza di 200 posti letto di terapia intensiva dedicati e circa mille dell’area medica. Sono 1800 attualmente i posti letto totali previsti. “Al momento – sottolinea Emiliano – sono circa 20 mila le persone in quarantena obbligatoria che graveranno sul sistema sanitario pugliese e determineranno contagi che avremmo potuto evitare con gli ultimi esodi dal Nord”.
Intanto, all’esterno del Policlinico di Bari sono stati attivati i termoscanner per misurare la temperatura corporea di dipendenti, pazienti e visitatori all’ingresso pedonale di piazza Giulio Cesare. Lo strumento tecnologico, sostituisce i termometri digitali: in caso di febbre il computer lancia un allarme sonoro e nei reparti non si entra. Il monitoraggio nei reparti, invece, avviene dalla control room allestita all’interno della direzione generale, attrezzata per i video collegamenti con i medici in corsia. Sempre al Policlinico già dalle scorse ore è cominciato l’allestimento nel padiglione Asclepios, riservato esclusivamente all’emergenza Covid-19, attrezzato con posti letto di terapia intensiva. A lasciare l’edificio per un trasferimento sono state le unità operative complesse di Medicina Riabilitativa e Urologia.