Il volto della criminalità barese sta cambiando.
I
lavori degli investigatori della DIA, come illustrato nei giorni scorsi sulle
pagine de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, hanno delineato il profilo di un nuovo
assetto della malavita su Bari. E non sono da escludere possibili ripercussioni nei comuni limitrofi, tra cui Bitonto, che negli ultimi anni ha proprio visto e vissuto le
infiltrazioni nel proprio territorio di clan baresi, in particolare nei decenni
scorsi dei Parisi, e negli ultimi anni degli Strisciuglio, gruppo egemone dei
quartieri nord come Santo Spirito, Palese, San Pio, Catino e San Paolo, di
quelli centrali di Libertà e Borgo Antico, di quelli periferici quali Stanic e
Carbonara, e presente pure dalle parti di Palo del Colle, Giovinazzo, Rutigliano
e Noicattaro.
Su Bari, però, un
nuovo clan, emergente, sta prendendo sempre più il largo, in particolare, nei
quartieri di San Pasquale, Carrassi e Picone. Si tratta del clan Velluto,
sempre più attivo nel campo dello spaccio di sostanze stupefacenti e che pare,
ora, secondo proprio le analisi degli inquirenti, stia provando a dare l’assalto
al mercato dell’usura e delle estorsioni. E questo potrebbe causare sicuramente
una situazione di instabilità su tutto il territorio. Gli investigatori baresi,
infatti, non escludono che si possa persino tornare a sparare a Bari, ed anche
in tempi non troppo lontani. Situazione che potrebbe aggravarsi anche per via
del profilo che compone la nuova criminalità, tipica non solo del capoluogo ma
anche di tutta la Provincia: le nuove
giovani leve, irresponsabili, sempre più pericolose per incoscienza e
violenza, e protagonisti di tutti i fatti di cronaca e di sangue che si sono
verificati recentemente in tutta la Provincia.
E a Bitonto cosa
potrebbe cambiare?
Gli equilibri in
città sono molto instabili, come gli episodi criminosi nell’ultima estate hanno
testimoniato e dimostrato. La diatriba a suon di pistolettate tra i clan Conte
e Cassano – prima rivali, uniti, dei Cipriano, oggi in aperto contrasto tra loro
–, la presenza dei Modugno e dei Valentini, disegnano un quadro che non
rassicura in alcun modo e che costringe a mantenere sempre alta l’asticella
dell’attenzione. E i nuovi scenari baresi potrebbero assolutamente cambiare ed
incidere in maniera significativa nello scacchiere bitontino. Come accaduto nel
passato: e significativa e lucida, a tal riguardo, è stata l’analisi del
Presidente della Regione Puglia, Michele
Emiliano, intervistato dal nostra testata, sull’ultimo numero del nostro mensile
cartaceo “da BITONTO”, e che da ex magistrato conosce piuttosto bene aspetti
e risvolti della criminalità tra Bari e provincia.
«Bitonto in realtà
ha una situazione criminale stabile da almeno 20 anni, è stata terreno di
penetrazione dei clan baresi molto tempo fa, ed in particolare il clan Parisi – ha ricostruito
Emiliano –. Dopodiché ha avuto una
evoluzione molto autonoma, nel senso che la criminalità organizzata bitontina
ha assunto una sua identità, un suo profilo, una sua autonomia, e probabilmente
non è mai stata affrontata, da un punto di vista investigativo, con un intento
di sradicamento, ma si è cercato di contenerla».
«Invece merita un
investimento più organico, merita un’organizzazione di una indagine più
approfondita perché dimostra la sua pericolosità e la sua irresponsabilità – ha aggiunto l’ex
sindaco di Bari –, in quanto parliamo di
crimini compiuti in ore centrali del giorno e poi anche di atti che in alcuni
casi sono arrivati al punto di interdire le attività istituzionali, di creare
comunque una sensazione di una illegalità molto diffusa».